Oggi, 15 gennaio, in oltre duecento sale italiane Asterix e il Regno degli Dei, nuovo film d’animazione ispirato alla celebre serie a fumetti creata dal duo francese Goscinny-Uderzo nel 1959. La regia è di Louis Clichy e Alexandre Astier e c’è una grande novità: per la prima volta vedremo i personaggi in CGI. La vicenda è ambientata nel 50 Avanti Cristo; gli irriducibili Galli che abitano il villaggio dell’Armorica ancora rifiutano di riconoscere la supremazia dei Romani. Ogni tentativo di sottometterli risulta vano. Esasperato, Giulio Cesare decide di cambiare tattica e di abbandonare l’uso della forza. Decide, cioè, di provare a conquistare i barbari portando la civiltà romana a un passo da loro.
“Bisognerà, quindi, costruire tutto intorno al villaggio – si legge nella sinossi ufficiale – una zona residenziale per nobili romani: ‘Il Regno degli dei’. Riusciranno i nostri amici Galli a resistere alla tentazione del lucro e degli agi della vita romana? Il villaggio è destinato a trasformarsi in una dimessa attrazione turistica? Asterix e Obelix faranno tutto il possibile per ostacolare i piani di Cesare“. E’ già l’ottavo film tratto dal fumetto. Sono stati realizzati quattro live action. Eppure il pubblico di tutto il mondo non si stanca. Anzi, pare ne voglia sempre di più. La risposta arriva puntuale, il tempo passa e l’effetto resta: anche in questo caso si fanno grasse risate dinanzi a un prodotto qualitativamente notevole.
La tradizionali battaglie adesso lasciano posto a tattiche più elaborate e anche furbe, la narrazione non è affatto scontata e anzi arricchita di colpi di scena assestati nel momento giusto. I dialoghi sono vivaci, stimolanti, a tratti esilaranti. Ciascun personaggio, con le sue caratteristiche ben definite, riesce a esercitare nello spettatore un potere comico innegabile quanto efficace. Per arricchire la ricetta, una spremuta di cuore. Uno spazio inaspettatamente lasciato al sentimento. E un altro spazio – più ampio – per lo scottante e attualissimo tema della salvaguardia ambientale che inevitabilmente fa il paio con la globalizzazione. Una storia ambientata nell’epoca prima di Cristo e più attuale che mai. Da vedere.