Il progetto di Mimmo Calopresti dal titolo Uno per tutti è finalmente realtà. Si tratta di un sogno che il regista cerca di realizzare da oltre tre anni: Calopresti ha infatti iniziato a lavorare sulla trasposizione dell’omonimo libro del giornalista Gaetano Savatteri nel 2011. Lo scorso settembre poi è arrivata la notizia dell’inizio delle riprese: il giorno previsto era l’8 ottobre, ma alla fine non c’è stato alcun ciak. Qualcuno ipotizzava un ennesimo slittamento a data da destinarsi. E invece no. Bisognava aspettare solo l’anno nuovo. Venerdì 9 gennaio sono state girate le prime scene in quel di Trieste, dove si svolgerà tutta la storia (in particolare le location sono Il porto vecchio, quello nuovo, Sistiana e Cavana). La troupe dovrebbe continuare a lavorare in città per altre quattro settimane.
Inizialmente la città scelta era Torino: “Ho già in mente le abitazioni del centro, un tempo abitate dagli immigrati meridionali, che vorrei riprendere – ha dichiarato Calopresti anni fa – i cortili delle case di ringhiera, i locali ai Murazzi, che erano il cuore pulsante dell’underground torinese, in cui vorrei far muovere i miei personaggi. Sarà come rivivere la città che negli anni Sessanta mi ha accolto insieme alla mia famiglia, in cui sono cresciuto e in cui mi sono formato”. Il capoluogo del Friuli-Venezia Giulia però è caro a Mimmo, infatti nel 1995 ha ambientato lì il suo primo lungometraggio per il cinema dal titolo La seconda volta (spirato al romanzo autobiografico Colpo alla nuca di Sergio Lenci) con Valeria Bruni Tedeschi e Nanni Moretti.
Dopo i primi problemi di produzione, Uno per tutti (che arriverà sul grande schermo grazie a Gianluca Curti di Minerva Pictures) ha ricevuto un contributo da MiBac (Ministero per i beni e le attività culturali) di quattrocentocinquantamila euro. Nel cast figurano Giorgio Panariello, Isabella Ferrari e Thomas Trabacchi (al posto di Beppe Fiorello e Luca Zingaretti). Sarà una sorta di Mystic River (Clint Eastwood) all’italiana: “Mi piacciono molto le storie – ha detto il regista – che raccontano il potere del passato sul presente e nel libro di Savatteri questo meccanismo è descritto con molta precisione”.
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