L’attore abruzzese Carlo Delle Piane è stato ricoverato d’urgenza in ospedale – al Policlinico Gemelli di Roma – dopo un malore. Secondo quanto si apprende, nella serata di ieri 9 gennaio è stato vittima di un malore improvviso mentre si trovava a casa sua, nel quartiere Balduina. Sono in corso accertamenti neurologici presso il reparto di Terapia intensiva.
Settantanove anni il prossimo 2 febbraio, Carlo esordì sul grande schermo da ragazzino, a soli dodici anni, quando Vittorio De Sica e Duilio Coletti gli affidarono il ruolo di Garoffi nel film Cuore. Sempre giovanissimo affiancò Totò in Guardie e ladri per la regia di Steno e Mario Monicelli (era il 1951). Ha girato oltre cento film, interpretando sempre ruoli di primo piano. E’ stato diretto anche da Aldo Fabrizi, Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman, Sergio Corbucci, Roman Polanski.
Negli anni Settanta è cominciata la collaborazione con Pupi Avati, che lo ingaggiò per il film Tutti defunti… tranne i morti, facendo così emergere anche il suo talento nell’interpretazione di personaggi drammatici. Ricordiamo quello dell’avvocato Santelia in Regalo di Natale e La rivincita di Natale; proprio grazie a Regalo di Natale Delle Piane si aggiudicò la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile alla 43esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (1986).
Sono ore di apprensione, queste. Perché le sue condizioni risultano gravissime. Incrociando le dita per lui, ci vengono in mente quelle parole che pronunciò molto tempo fa durante un’intervista al Corriere della sera: “Problemi per la mia mancanza di fascino? Non ne ho mai avuti e mi sono divertito per primo, senza complessi, quando Sordi in ‘Mammia mia che impressione’ mi chiamava ‘testa a triangolo’ o quando impersonavo il bizzarro figlio di Toto’ e Gassman. Ciò che per me ha sempre avuto importanza è stata la finezza di tratto e degli stati d’animo. Quando ero ragazzo, e già famoso, se la gente per strada mi guardava pensavo che fosse per la mia popolarità non per la mia figura mingherlina, da goffo E.T. E adesso che sono un ‘bruttino stagionato’ la penso sempre allo stesso modo perché l’umanità, quella che può toccarti il cuore e i sensi, non deriva dalla bellezza“.