Categorie: Recensioni

Si accettano miracoli: Alessandro Siani mescola commedia e fantasy

Come trascorrere la prima sera del 2015? Beh, un’idea potrebbe essere quella di andare al cinema. E farsi quattro risate. Proprio domani, 1 gennaio 2015 (che data solenne…), arriva nelle sale Si accettano miracoli, nuova commedia diretta dal vulcanico Alessandro Siani che fa anche parte del cast insieme a Fabio De Luigi, Ana Caterina Morariu, Serena Autieri, Giovanni Esposito, Maria Del Monte, Paolo Triestino e Giacomo Rizzo.

SI ACCETTANO MIRACOLI, IL TRAILER: GUARDA

Siani veste i panni di Fulvio, un cinico tagliatore di teste al servizio di una nota multinazionale. Dopo aver fatto fuori un bel po’ di persone senza alcuno scrupolo, si ritrova lui stesso alle prese col licenziamento. E non reagisce bene, no. Per niente. Di conseguenza gli viene imposto un mese di servizi sociali da scontare nella casa famiglia di suo fratello Don Germano (De Luigi), parroco di un paesino del Sud. Fulvio intuisce che, per risollevare le sorti di quel luogo, è necessario un miracolo. Dunque ne organizza uno ad hoc. Solo che la cosa fa talmente scalpore da tramutare il paesino in un luogo di pellegrinaggio e spingere il Vaticano a inviare alcuni vescovi per verificare il fenomeno di persona. E saranno dolori…

Siani ha un arduo compito: bissare l’incredibile successo (successo anche e soprattutto in termini d’incasso, parliamo di 15 milioni di euro) con cui ha esordito dietro la macchina da presa. Era Il Principe abusivo, sì. Ma ecco, lui non s’è mica fatto prendere dall’ansia da prestazione. No, ha proceduto come di consueto: lasciandosi guidare dall’ironia innata, dal suo senso dell’umorismo e anche dal suo perfezionismo. Perché dietro ogni risata e gag c’è un lavoro serio, teniamolo a mente. Siani definisce questa pellicola “una commedia fantasy che guarda all’America e al neorelismo“, all’anteprima organizzata in quel di Napoli c’era una fila che non finiva più e un red carpet da grandi occasioni.

E’ una favola moderna, ciò che propone. Una favola ispirata alla realtà, perché il disagio del Paese e dei centri più piccoli è fin troppo reale. “E’ un film sulla mercificazione – continua Alessandro – che si muove tra il sacro e il profano. Si racconta di un’Italia preoccupante, dove i politici parlano di lavoro, mentre il pubblico vuole sognare e credere in un miracolo“. Ha parlato con la gente del luogo, tante volte, trovando in tal modo nutrimento per la sceneggiatura. E ha scelto di cimentarsi con la contaminazione dei generi: fantasy e comedy, appunto. Il risultato è assai gradevole. L’ilarità s’accompagna alla riflessione. Come nella migliore comicità, quella non improvvisata, resta un sapore amaro in fondo alla gola. De Luigi è in grande forma, tutti gli altri attori offrono una prova apprezzabile. Dunque saranno altri milioni e milioni di euro?

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