Il caso Sonyleaks si arricchisce di colpi di scena. Sonyleaks, sì: con questo termine ci si riferisce all’attacco degli hacker contro la Sony Picture e alla pioggia di conseguenze che non accenna a placarsi. Pareva che i pirati informatici, e dunque i presunti “committenti” nordcoreani, avessero vinto questa guerra: The Interview, la pellicola “incriminata”, è stata ufficialmente cancellata dalla programmazione in sala (l’uscita era stata fissata per il prossimo 25 dicembre). Invece la faccenda non finisce qua. Il film verrà a galla, in un modo o nell’altro. Anzi, appare sempre più plausibile l’ipotesi che a “distribuirlo” possa essere addirittura Anonymous: tramite Twitter, infatti, il gruppo ha fatto sapere di essere pronto a “fare un regalo di Natale” a tutti gli internauti. Non solo.
Nei messaggi Anonymous minaccia di entrare nei sistemi della major per rubare la pellicola che nessun circuito statunitense ha voluto distribuire (per paura di eventuali ritorsioni, ovviamente): “Non stiamo con nessuna delle due parti, vogliamo solo vedere il film – scrive il collettivo – ci siamo infiltrati nei vostri sistemi molto prima della Corea del Nord, e pensavamo che fosse un buon avvertimento per riparare le vostre falle“. Parole arricchite da una sorta di rimprovero politico e civile: “Siamo veramente così deboli da ritirare un film solo perché non piace a un dittatore nordcoreano? E cosa succederà dopo?“.
Ci sono, poi, altre ipotesi legate all’uscita del film. Secondo alcuni, potrebbe avvenire gratuitamente attraverso Crackle, la piattaforma di contenuti video appartenente alla stessa Sony. E poi c’è la proposta di BitTorrent, il servizio di condivisione di dati utilizzato a livello mondiale e principalmente per la diffusione di file protetti da copyright, tra musica, videogiochi, libri, film e serie televisive: “BitTorrent – si spiega in un comunicato – sarebbe il miglior modo per Sony di riprendere il controllo del proprio prodotto, evitando di sottostare alle minacce dei terroristi e assicurando alla pellicola un pubblico più che consistente“. Certo, se BitTorrent riuscisse nel suo intento si metterebbe anche un bel colpo a segno nel contrasto alla pirateria. Ma Anonymous incombe…
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