Salvatores, Il ragazzo invisibile: “Non aspettatevi un’americanata”

Forte del suo premio Oscar e dei numerosi riconoscimenti ottenuti nel corso della sua carriera, Gabriele Salvatores avrebbe potuto adagiarsi sugli allori. Girare film che rappresentassero con tranquillità il Made in Italy. Invece no. Lui ha sempre osato e non smette di farlo. Impiega il suo talento per creare qualcosa che risulti “nuovo” rispetto allo stile tipico del Bel Paese e quella statuetta, semmai, diventa il lasciapassare per il rischio. Sì, rischia di non sbancare al botteghino, Salvatores. Pur di seguire la sua strada. Pur di stupire con effetti speciali, e poi sta al pubblico dimostrare di saper andare oltre. Giovedì 18 dicembre arriva nelle sale – per un totale di 400 copie – la sua ultima sfida, Il ragazzo invisibile. Un film fantasy, roba che sotto la bandiera italiana se ne vede ben poca. Roba che merita già dall’intenzione.

IL RAGAZZO INVISIBILE, TRAILER UFFICIALE: GUARDA

In Italia – ha detto Salvatore durante l’anteprima a Torino, come riporta il quotidiano La Repubblica – si fanno pochi film per famiglie, e meno ancora fantasy. Abbiamo provato a inventare un fantasy europeo: non aspettatevi un’americanata“. Bello anche il fatto che usi il plurale, “abbiamo”, invece di “ho”. Con buona pace dell’autoreferenzialità che contraddistingue parecchi registi. Eh sì: sotto questi punti di vista, Salvatores è decisamente un outsider.

Prodotta da Indigo e Rai Cinema, distribuita da 01 Distribution, la pellicola è stata scritta con Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo; è la storia di un adolescente un po’ emarginato, spesso “sfottuto” dai coetanei, che d’improvviso si riscopre dotato di superpoteri. Con tanto di maschera e tuta aderente, come nella migliore tradizione dei supereroi. “Si può pensare – ha ironizzatoSalvatores – che per stare nel budget abbiamo optato per il superpotere più economico: l’invisibilità. Ma la scelta narrativa è più profonda. Un adolescente spesso vorrebbe sparire, ma più che il desiderio di diventare invisibile la sua è la paura di esserlo. Il senso di non appartenenza al mondo è un superpotere che fa paura“. La parola adesso spetta agli spettatori. Con la speranza che rispondano nel modo più giusto…

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