Per i patiti della Settima arte questa è un’occasione ghiotta, anzi ghiottissima: torna nelle sale cinematografiche Il grande Lebowski, il cult dei fratelli Coen (Joel è alla regia e firma con Ethan sia il soggetto che la sceneggiatura) che schiera davanti alla macchina da presa stelle del calibro di Jeff Bridges, John Goodman, Steve Buscemi, Julianne Moore e John Turturro. Uscita per la prima volta nel 1998, la pellicola sarà nelle sale appartenenti al circuito The Space Movies il 15, 16 e 17 dicembre in versione digitale rimasterizzata. E dunque sarà possibile assistere nuovamente a questo noir vestito da commedia che vede come personaggio principale Jeffrey Lebowski detto “Drugo” (un Jeff Bridges particolarmente ispirato), fricchettone scansafatiche che trascorre l’esistenza fra le partite di bowling con gli amici Walter (un John Goodman da dieci e lode) e Donny, la marijuana, la musica e generose dosi di White Russian. Tutto cambia d’improvviso con l’entrata in scena di due sicari che, dopo averlo riempito di botte, realizzano di essersi imbattuti in un equivoco. Già, perché Drugo ha la sfortuna di chiamarsi come un magnate la cui giovane moglie, ex star del porno, è stata rapita.
Jeffrey si ritrova dentro questa storia fino al collo: viene coinvolto dall’altro Lebowski anche nella ricerca della donna, aiutato suo malgrado da Walter (che, essendo reduce dal Vietnam, ancora non ha perso il vizio di usare le maniere forti) e pure adescato dalla figlia di Lebowski (Julianne Moore), bizzarra artista che detesta la madre. E mica finisce qua. Drugo è poi catturato a drogato da un secondo boss della zona, Jackie Treehorn (Ben Gazzara) e trascinato in una lunga serie di riscatti, gag, equivoci, scambi di persona. Tutti gli ingredienti, appunto, del noir. Ma messi sul piatto con lo stile e le modalità della commedia.
Non mancano le allucinazioni, le marmotte che prendono di mira il pene di Dude, le dita mozzate. E degno di attenzione è anche il cameo di Turturro nei panni di un gay ispanico campione di bowling. Tra le maglie dell’irriverenza si trova il sentimento, la colonna sonora viaggia sulle note dei Rolling Stones e dei Creedence Clearwater Revival, il messaggio coincide con la volontà di riscattare gli emarginati e i marginali, mettendoli per una volta al centro della scena. Nelle sale di nuovo, per soli 3 giorni.
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