Che strane coincidenze. Che sembrano avere l’obiettivo di far riflettere tutti, sul serio, con coraggio. Nei giorni in cui imperversa lo scandalo derivante dall’inchiesta Mafia Capitale, che alza i coperchi da pentole colme di corruzione e loschi affari, che una volta in più mette in piazza il legame fra la politica e la criminalità organizzata… In questi stessi giorni Stefano Sollima (Acab, Romanzo criminale la serie, Gomorra la serie) sta ultimando le riprese di Suburra, adattamento cinematografico dell’omonimo libro di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, magistrato scrittore già autore dello stesso Romanzo criminale. E Suburra, guarda un po’, è un film che che tenta di far luce sulla “decadenza di Roma – spiega lo stesso regista all’Ansa – quell’intreccio di poteri collusi che divorano la città nelle fondamenta“. Ovviamente, l’indagine in corso non stupisce affatto Sollima.
“Il romanzo Suburra tracciava già certi scenari – continua Sollima – l’inchiesta di Lirio Abbate sull’Espresso sui 5 re di Roma, l’anticipazione sulla Tempesta perfetta che si stava per scatenare, scritta su Fanpage a settembre, hanno messo nero su bianco. Oggi giriamo un film che affonda nella realtà pur con una storia di fantasia, mi era già capitato con Romanzo criminale e Gomorra, ma sono nel solco del cinema italiano di genere degli anni ’70“.
I protagonisti sono Filippo Malgradi, interpretato da Pierfrancesco Favino, e Sebastiano ovvero Elio Germano. Il primo è un poliziotto più che corrotto, il secondo è un pr assai pieno di sé che fa da collegamento fra i criminali e alcuni rappresentanti delle istituzioni; un ruolo di primo piano spetta anche a Samurai-Claudio Amendola, un boss erede della banda della Magliana. Poi ci sono Numero 8 (Alessandro Borghi), capo criminale di Ostia, la sua compagna Viola (Greta Scarano), una escort di lusso, e un’altra donna di nome Sabrina (Giulia Elettra Gorietti). Le storie si intrecciano in quello che potrebbe anche essere definito un gangster movie. Finzione, certo. Ma fino a un certo punto.
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