E’ andata in onda ieri, martedì 2 dicembre, la seconda parte di Qualunque cosa succeda con protagonista Pierfrancesco Favino nei panni di Giorgio Ambrosoli, l’avvocato assassinato nel 1979 da un killer (William Joseph Aricò, pagato oltre cento milioni di dollari) assoldato da Michele Sindona (interpretato da Massimo Popolizio), banchiere siciliano su cui l’uomo stava indagando. Quando Ambrosoli riesce ad incastrare Sindona riguardo i suoi loschi traffici non è comunque al sicuro. Ques’ultimo minaccia infatti il governo di svelare a tutti segreti politici che riguardano anche la Chiesa, così alla fine viene liberato (nonostante la cauzione sia di tre milioni di dollari).
L’avvocato però non si arrende e ha al suo fianco la moglie Annalori (Anita Caprioli) ed i figli Umberto (Gregorio Ferreri), Filippo (Marco Boccardo) e Francesca (Alma Noce). Vuole che giustizia sia fatta, anche se purtroppo lo Stato non sta dalla sua parte. Lui però continua ad indagare, anche se ogni volta che trova qualche prova, i i testimoni vengono uccisi. Alla fine è proprio lui a testimoniare al Grand Jury americano e per Sindona è una dichiarazione di guerra. Ambrosoli però continua a preparare con il collega Novembre (Andrea Gherpelli) un nuovo discorso da fare di fronte al giudice che poi sbaraglia gli avvocati del banchiere. Qualche giorno dopo però Giorgio paga questo affronto con la vita, infatti viene ucciso sotto casa.
“Sono contento che la Rai scelga di raccontare questo tipo personaggi – ha ammesso Favino in occasione della presentazione del Roma Fiction Fest – E’ importante che questa storia venga conosciuta. Sono stato colpito dall’idea radicata che Ambrosoli ha sempre avuto di giustizia”. “La memoria di Giorgio Ambrosoli è viva – ha scritto invece Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio, su Twitter durante la messa in onda – per le sue azioni da vivo, non per il fatto di essere stato ucciso. #QualunqueCosaSucceda”.
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