Come anticipato qualche tempo fa, l’inizio di dicembre ha segnato anche l’avvio delle riprese relative alla sesta stagione di Provaci ancora prof, fortunata serie che ha esordito sulla Rai nel 2005 e i cui interpreti principali sono Veronica Pivetti nei panni di Camilla Baudino, Enzo Decaro in quelli di suo marito Renzo Ferrero, Paolo Conticini in quelli di Gaetano Berardi, Ilaria Occhini alias Andreina Baudino, Pino Ammendola alias Pasquale Torre, Ludovica Gargari nel ruolo di Livia “Livietta” Ferrero e Cesare Bocci ovvero Marco (De Matteis) Visconti.
L’annuncio del primo ciak è apparso sulla fanpage ufficiale della fiction, con tanto di foto in cui Veronica Pivetti appare carica e pimpante:
Ma cosa accadrà nel nuovo capitolo? “Adesso – ha spiegato qualche tempo fa la Pivetti dalle pagine del settimanale Tv Sorrisi e Canzoni – c’è bisogno di una svolta forte: succederà di tutto. Una vera rivoluzione per tutti i personaggi, non solo per lei. I buoni non saranno così buoni, i cattivi non così cattivi. I personaggi si riveleranno diversi da come tutti se li aspettano. Del tutto sorprendenti“. Ovviamente la prima domanda è comune a tutti i telespettatori: Camilla cederà definitivamente all’attrazione che prova verso il commissario Berardi e che è ampiamente ricambiare oppure sceglierà l’amore del consorte e la vita sotto il suo stesso tetto? In Provaci ancora prof 5 i due coniugi si sono ritrovati nel mezzo di una crisi piuttosto pesante, quindi gli equilibri originari comunque non ci sono più. Ne verranno fuori altri, resta da capire in quale direzione andranno.
Una cosa è certa: la prof non perdere la tendenza a investigare e a ficcare il naso in indagini che riguarderebbero soltanto le forze dell’ordine. E il suo contribuito, come accaduto finora, spesso sarà decisivo. Ah, su un’altra questione non si discute, una questione sottolineata da Veronica: “Quello che tiene legate tutte le puntate – ha concluso – è il nucleo formato da me, Enzo Decaro e Paolo Conticini: un terzetto a prova di bomba. I nostri rapporti sono la spina dorsale del racconto“.
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