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Categorie: Recensioni

Il mio amico Nanuk: le avventure di un bambino e di un orso alla ricerca della salvezza

Dopo essere stato presentato in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione Alice nella Città, Il mio amico Nanuk arriva nelle sale cinematografiche a partire dal 13 novembre. Il film diretto da Brando Quilici e Roger Spottiswoode e con protagonisti Dakota Goyo, Goran Visnjic, Bridget Moynahan, Peter MacNeill, Kendra Leigh Timmins vede al centro della storia il piccolo Luke che trova un giovane cucciolo di orso (Nanuk per l’appunto) che si è separato dalla madre. Il suo obiettivo diventa quindi quello di trovare un modo per ricongiungerlo al suo gruppo. Luke viene aiutato da Muktuk, mezzo canadese e mezzo Inuit, che conosce bene quel territorio pieno di orsi polari.

Per portare al termine la missione però Luke dovrà imparare a proteggere se stesso ed anche il cucciolo dai pericoli della natura selvaggia. Insomma, una vera e propria storia di amicizia tra un orso e un bambino. Una trama apparentemente banale. Apparentemente. Infatti è solo un pretesto per parlare di un tema più profondo ed attuale come quello dei problemi ecologici. Peccato però che più che una pellicola per il grande schermo, finisca per assomiglia ad una specie di docu-film da guardare in televisione. L’errore forse sta nella regia di Quilici e Spottiswoode. Certo è che non è proprio facile dirigere un progetto del genere a quattro mani e, tutto sommato, i due ci sono riusciti senza troppi errori.

L’unico neo sta nello stile scelto: “Abbiamo filmato ciò che vedevamo – ha dichiarato Roger – vivendo l’esperienza e facendo tutto il possibile per far sì che il film fosse elettrizzante, sorprendente, realistico e fantasioso come le straordinarie creature con cui dividiamo questo mondo. La loro è stata solo una scelta data dalla voglia di creare delle emozioni sincere per dare modo allo spettatore di immedesimarsi nella vicenda senza filtri. Forse il risultato non è stato ottenuto?

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Samantha Suriani

Toglietemi tutto, ma non la musica, il buon cibo…e la tinta rossa. Potrei diventare pericolosa.

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Samantha Suriani

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