Il Torino Film Festival, giunto alla sua 32esima edizione, torna per stupire. Come prima e più di prima. In programma dal 21 al 29 novembre ha un cartellone ricchissimo che è stato presentato ieri – 11 novembre – dalla neo direttrice Emanuela Martini, la quale eredita il testimone da nomi del calibro di Nanni Moretti, Gianni Amelio e Paolo Virzì e non ha alcuna intenzione di sfigurare. Anzi è agguerrita, sia pur in senso buono. Sul piatto ci sono 197 titoli, 65 lungometraggi, 45 anteprime mondiali, 23 anteprime internazionali, 3 anteprime europee e 70 anteprime italiane; largo spazio sarà riservato al genere horror con pellicole come The Babadoo di Jennifer Kent (in concorso), It Follows, M.O.Zh., The Canal e la versione restaurata di Profondo Rosso (e per l’occasione arriverà anche Dario Argento in persona).
Certo, la crisi c’è e si fa sentire, traducendosi in due sale in meno e nell’assenza di una madrina. Per il resto, però, il profilo è tutt’altro che basso e lo dimostra anche l’arrivo di Julien Temple, che riceverà il Gran Premio Torino, e di Eddie Redmayne, destinatario invece del premio Maserati/Torino. 15 i film in concorso fra cui The Babadook (appunto), Big Significant Things di Bryan Reisberg con Harry Lloyd, Felix & Meira di Maxime Giroux, il neozelandese What We Do in the Shadows di Jemaine Clement e Taika Waititi, gli italiani Frastuono di Davide Maldi e N-Capace di Eleonora Danco.
Fra le anteprime, doveroso segnalare Jauja, Force Majeure, The Homesman, Cold in July, La chambre bleue, Thou Wast Mild and Lovely, The Rover. E poi ’71, A Second Chance di Susanne Bier, Infinitely Polar Bear con Mark Ruffalo e Zoe Saldana, Ogni maledetto Natale (nuovo film degli autori di Boris), P’tit Quinquin di Dumont, The Better Angels, The Guest di Adam Wingard e Tokyo Tribe di Sion Sono. E naturalmente Magic in the Moonlight di Woody Allen, The Drop, l’italiano In Guerra, opera seconda di Davide Sibaldi.
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