Chissà cosa penserà da lassù, James Dean. Chissà se i suoi tormenti, quei tormenti che hanno contribuito a spezzargli la vita ma al contempo l’hanno consegnato alla mitologia cinematografica, si sono placati. O se ancora la sua anima è inquieta. Chissà come reagirebbe, Dean, se fosse ancora vivo. Avrebbe più di ottant’anni. Chissà che effetto gli farebbe rivedere sul grande schermo uno dei suoi film. Forse il più famoso: Gioventù bruciata (titolo originale Rebel without a cause), diretto da Nicholas Ray.. Era il 1955 quando uscì in America (nel ’56 giunse in Italia) e conquistò tutti – ragazzi, ma non solo – con i suoi ribelli protagonisti. Con quel Jim Stark diviso fra desiderio di rivalsa e voglia d’amore. Il 30 settembre di quello stesso anno James – nato nel 1931 – morì a causa di un incidente automobilistico.
“In lui i giovani – ha scritto François Truffaut – si ritrovano completamente più che per le ragioni che si citano solitamente, violenza, frenesia, pessimismo, per altre più semplici e quotidiane: pudore dei sentimenti, gusto per la competizione e quel sentimento di estraneità nei confronti della società“. Ebbene, il 6 novembre Gioventù bruciata tornerà nelle sale italiane e nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna. Un appuntamento unico, davvero, anche perché finalmente saranno visibili le scene che all’epoca furono tagliate o censurate totalmente: quella della chicken run, tanto per cominciare, ovvero della gara con le auto dalle quale buttarsi fuori prima che precipitino in mare; e quella del violento litigio fra Jim e i suoi genitori, durante il quale il padre venne sbattuto a terra e quasi strozzato.
Gioventù bruciata è considerato, da molti, un film maledetto. Perché tutti gli interpreti fecero una brutta fine, non solo Dean. Sal Mineo fu infatti assassinato nel 1976 e Natalie Wood annegò nel 1981 in circostanze non ancora del tutto chiare.
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