Andiamo a quel paese, Ficarra e Picone: “Le critiche? Mai giudicare dalle apparenze…”

Il film Andiamo a quel paese di Salvo Ficarra e Valentino Picone uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo 6 novembre (leggi la recensione di Velvet Cinema), ma è stato presentato qualche settimana fa in chiusura del Festival Internazionale del Film di Roma. La proiezione si è conclusa con alcuni minuti di applausi, nonostante la valanga di critiche piovuta quando è stato annunciato il programma della manifestazione. Alcuni la giudicavano una commedia troppo popolare e quindi fuori contesto per un evento del genere: “Prima ancora di vederla”, esclama Picone attraverso le pagine di Sorrisi e Canzoni TV. “Il direttore Muller – gli fa eco Ficarra – almeno aveva visto il film“.

I due sono troppo autoironici per arrabbiarsi per una cosa simile. L’importante è mettere i puntini sulle i. Si tratta di una commedia comica, ma allo stesso tempo amarognola. Soprattutto ispirata a fatti veri: paradossalmente in Sicilia le pensioni dei vecchietti sono un ammortizzatore sociale per i nipoti disoccupati: “Così nel film arriviamo a una soluzione estrema – continua Ficarra – Valentino dovrà sposare l’anziana zia Lucia”. Le pellicola – prodotta da Medusa e dalla Tramp Limited – racconta le vicende di due siciliani alle prese con i problemi esistenziali. Entrambi lasciano la metropoli per tornare nella loro terra d’origine e – ovviamente – l’impatto non sarà facile.

Questo è il loro quarto lungometraggio dietro la macchina da presa dopo Il 7 e l’8 del 2007, La matassa del 2009 e Anche se è amore non si vede del 2011. “Valentino è un attore dalle straordinarie capacità comiche – dice Ficarra – di cui io solo conosco il segreto. Nel senso che gli altri pensano che reciti, mentre io so che è proprio scemo; “Quello che la gente non sa di Salvo – conclude Picone – è che in realtà viene da Bergamo Bassa e solo il suo maniacale metodo alla De Niro gli ha permesso di apparire incredibilmente come siciliano. Come sarà l’accoglienza del pubblico?

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