Giulio Berruti è un attore affermato in Italia e non solo: ha avuto alcune esperienze all’estero come per esempio in Lizzie McGuire – Da liceale a pop star del 2003 (sua prima prova cinematografica) e Walking on sunshine di Max Giwa e Dania Pasquini, uscito nelle sale lo scorso settembre. C’è però un film che nel nostro Paese non ha trovato distribuzione e si tratta di Goltzius and the Pelican Company, scritto e diretto da Peter Greenaway nel 2012. Il settimanale Novella 2000 ha pubblicato alcune foto rubate dal set nel quale l’attore appare come mamma l’ha fatto. Nello specifico in guepière e… Depilato. In altri scatti appare completamente nudo ed è sicuramente per questo motivo che la pellicola qui è stata censurata (da qualche settimana viene proiettata in alcuni teatri in lingua originale).
Al centro della storia ci sono i temi della sessualità e dell’erotismo: in particolare è l’irrisolto conflitto tra sesso e religione ad innescare una ricca rappresentazione dei tabù. “Dalla pittura veneziana del XVI secolo – ha dichiarato il regista e sceneggiatore – fino all’avvento di Internet negli anni ’80, tutto è sempre stato pregno di erotismo e pornografia. Ed anche al giorno d’oggi il mondo cibernetico/virtuale che crea una seconda vita ne è pieno. Ogni nuova tecnologia crea nuovi punti di vista e di conseguenza grande eccitazione in merito alla rappresentazione della sessualità“.
Il protagonista è l’olandese Hendrik Goltzius (uno dei primi incisori di stampe erotiche) alla ricerca di un finanziatore per il suo libro d’illustrazioni di alcune tra le storie più strane del Vecchio Testamento. Il mangravio di Alsazia accetta di donare la cifra richiesta solo se Goltzius e la sua compagnia metteranno in scena gli episodi biblici dei vizi capitali. La rappresentazione – molto realistica – dei racconti legati all’adulterio, all’incesto, alla prostituzione, alla pedofilia, crea delle dinamiche inattese all’interno del gruppo (di cui fa parte proprio Berruti nei panni di Thomas Boethius). Tra gli attori italiani figurano anche Flavio Parenti, Pippo Delbono, Francesco De Vito, Stefano Scherino e Vincent Riotta. Perché allora sono state diffuse solo le foto del buon Giulio?
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