E’ fra le attrici più amate e pagate a livello internazionale, è sulla cresta dell’onda da moltissimi anni e il suo successo non si appanna mai. Vista dall’esterno, Julia Roberts ha e continua ad avere un’esistenza a molto fortunata. Ma non è mai tutto oro quello che luccica, proprio vero. Ed ecco che, raggiunte – in grandissima forma – le 46 primavere, l’attrice americana fa una rivelazione che riguarda la sua adolescenza e lascia tutti di stucco. Ebbene, quando ancora frequentava il liceo è stata vittima di bullismo. L’ha raccontato durante un incontro con i volontari del Glsen, organizzazione che tenta di contrastare proprio i fenomeni di bullismo e in particolare quelli contro la comunità Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e transgender) fra i banchi di scuola.
Nel ricevere il premio per la sua attività di volontariato a sostegno della causa nel Regent Beverly Wilshire di Los Angeles (lo stesso dove fu girato Pretty Woman, che coincise con la sua consacrazione come attrice), Julia ha parlato con cinque giovani ambasciatori del Glsen ed espresso il suo massimo sostegno: “Questi ragazzi sono eroi – ha detto, fra l’altro – stanno spianando la strada in modo che i miei figli potranno andare a scuola liberamente. Voi davvero siete i pionieri“. E a quel punto ha ammesso di conoscere bene il problema, di averlo vissuto sulla propria pelle. A quei tempi, dinanzi alla ferocia dei suoi coetanei che la prendevano in giro perché era una ragazzina alta, magra e poco aggraziata, non riusciva a reagire: “Mi sentivo insignificante“.
Sicuramente, nella sua fragilità e nella sua incapacità di difendersi, molto hanno influito le sue vicende familiari: i genitori, Walter Roberts e Betty Lou Bredemus, divorziarono quando lei aveva soltanto quattro anni. E il padre morì di cancro alla gola quando ne aveva dieci. Ma la ruota gira. E Julia ha avuto il suo riscatto, anche se non dimentica quella brutta esperienza e cerca di tramutarla in qualcosa di utile: “Ai miei figli spiego che essere passivi è sbagliato; anche se la vittima non è tuo amico e non è un tuo problema, siamo comunque essere umani. E non fare nulla equivale essere uguali all’aggressore“.
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