Le Giornate del Cinema Muto di Pordenone riservano sempre qualche sorpresa, ormai è assodato. Così, se l’anno scorso hanno trovato un inedito di Orson Welles, per questo 2014 alzano il tiro e mostrano un film che testimonia la vocazione d’attore di Benito Mussolini. Si tratta di The Eternal City (La città eterna), realizzato nel 1923 da Samuel Goldwyn per la sua nuova società in Italia. E’ l’adattamento dell’omonimo romanzo di Hall Caine, che già era stato rappresentato in versione teatrale e in altre versioni cinematografiche. In questo caso, tuttavia, c’è una differenza: la sceneggiatrice Ouida Bergère, consorte del regista George Fitzmaurice, decise infatti di trasportare la storia nel tempo presente. Un presente che vedeva l’insediamento del fascismo e l’imposizione del giovane Benito come valida risposta al pericolo comunista.
Gli americani guardavano con interesse, in un certo senso erano affascinati da Mussolini – che allora aveva 39 anni – e dunque lui ebbe la possibilità di cimentarsi per la prima volta con la recitazione in quel di Hollywood. Praticamente tutti credevano che The Eternal City fosse ormai andato perduto, ma il Museum of Modern Art di New York conserva i due rulli finali che sono stati visionati quest’estate da una studiosa italiana, Giuliana Muscio, la quale a sua volta ne ha parlato agli organizzatori delle Giornate di Pordenone.
Grazie al Rotary Club della medesima città, successivamente, è stato possibile realizzare il trasferimento su digitale e il risultato – che è poi tutto ciò che resta della pellicola, 28 minuti in totale – e la proiezione è avvenuta ieri, 7 ottobre. Interessante sottolineare che le didascalie si allineano alla filosofia del regime (Mussolini, ad esempio, viene chiamato “uomo della Provvidenza”) e che il leader del fascismo coincide con un personaggio della storia. Il personaggio grazie al quale la vicenda ha un lieto fine. Mussolini, davanti alla cinepresa, è tronfio e soddisfatto: era l’estate del 2923, era trascorso un anno dalla Marcia su Roma. Era anche l’inizio di una grande storia d’amore fra Il Duce e la Settima arte.
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