E’ la seconda pellicola italiana in concorso alla settantunesima Mostra del Cinema di Venezia ed è stato presentato oggi, 31 agosto (ad Anime nere di Francesco Munzi è invece toccato venerdì scorso), dal regista Saverio Costanzo e dai protagonisti Alba Rohrwacher e Adam Driver: stiamo parlando di Hungry hearts, naturalmente, che alla proiezione stampa ha fatto il pieno di applausi e che sta raccogliendo pareri entusiasti anche lungo le strade del web. “Il film che non t’aspetti“, lo definiscono in molti. Con un senso positivo. E molti ritengono che la Rohrwacher, alias Mina, debba essere in lizza per la Coppa Volpi grazie alla sua interpretazione intensa e sentita. Promosso anche Driver, che riesce a commuovere nei panni di Jude.
Hungry hearts – Cuori affamati – è girato interamente a New York e s’ispira al romanzo Il bambino indaco di Marco Franzoso; è la storia di due giovani che si incontrano a Brooklyn, vengono travolto dalla passione, si sposano e si ritrovano futuri genitori. Fin dai primi mesi della gravidanza Mina coltiva – influenzata da una guida spirituale – la convinzione che il figlio sarà speciale. Indaco, appunto. La convinzione, poi, viene affiancata da una sorta di ossessione: la piccola vita deve essere protetta dall’inquinamento del mondo esterno affinché la sua natura resti intatta. Di conseguenza rifiuta di somministrare al neonato un’alimentazione ordinaria, perché potrebbero essere veicolo di contaminazioni, gli dà soltanto cibi specifici (e a determinati orari) e lo tiene persino lontano dalla luce.
Jude all’inizio cerca di assecondare la compagna ma ben presto si accorge che il bambino non cresce ed è in pericolo di vita. Comincia così una battaglia con Mina, un braccio di ferro fatto di silenzi e tensioni, che è mosso dalla disperata ricerca di una soluzione ma avrà conseguenze drammatiche.
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