Due mesi fa, o poco più Già all’epoca vi avevamo raccontato de “La Catturandi”. A fine giugno sono partite le riprese della nuova serie realizzata da Rodeo Drive per Rai Fiction: nel cast Alessio Boni, Anita Caprioli, Massimo Ghini, Leo Gullotta, Vincenzo Amato e Ranieri Monaco di Lapio, noto – ad esempio – per aver partecipato alla settima edizione del Grande Fratello. La storia è ambientata a Palermo, dodici episodi – sei puntate – che andranno in onda su Rai Uno nella primavera del 2015. Dando un’occhiata alle prime immagini dal set, siamo certi che sarà una fiction molto seguita e apprezzata: sarà perché dà l’idea di essere la “nuova Piovra” della Rai (come dimenticare Michele Placido nei panni del Commissario Cattani?), oppure per via degli attori, molti dei quali godono della nostra stima. “La Catturandi” è la squadra d’élite della polizia deputata all’arresto dei grandi latitanti.
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“La Catturandi”, i caratteri
Leo Gullotta è un avvocato vicino a Cosa nostra, Alessio Boni un imprenditore, Anita Caprioli è la donna che guida la squadra Catturandi. Last but not least, ecco Massimo Ghini, il vicequestore, quello che – solo apparentemente – potrebbe dare l’idea di un Commissario Cattani (La Piovra, ndr.) di epoca moderna. Ma per “La Catturandi” non è proprio così, non è solo mafia e politica, buoni e cattivi. Si lavora molto sui caratteri, sui personaggi, “all’americana” potremmo azzardare. Alla base c’è, sì, la lotta tra Stato e mafia, ma il racconto muove dall’occhio e dall’agire della stessa Polizia, dalla Catturandi intenta a scovare i grandi latitanti.
Buoni e cattivi: il tema del doppio
Bravi gli sceneggiatori, attento e puntuale il regista Fabrizio Costa: come detto, ne “La Catturandi” i buoni e i cattivi sembrano quasi scambiarsi i ruoli, almeno nella forma. Su questa falsariga l’avvocato vicino a Cosa Nostra (interpretato da Leo Gullotta), non un angelo dalla faccia sporca, ma neppure troppo feroce nei suoi atteggiamenti. La Squadra Mobile Catturandi di Palermo è anche questo e, ci piace rimarcarlo, incuriosisce anche per via del parallelo con la già citata Piovra di oltre 20 anni fa: lì c’era un superlativo Remo Girone (Tano Cariddi, ndr.) a tessere la ragnatela o muover i tentacoli – fate voi – nel caso de “La Catturandi” vittime ed eroi sembrano poggiati sullo stesso piano, tra un passato da ricostruire e scheletri nell’armadio che spingono per prendere una boccata d’aria.
(foto by facebook)
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