Abel Ferrara, “Pasolini”: al cinema dal 18 settembre

Prima sarà presentato alla 71esima Mostra del cinema di Venezia, naturalmente con l’obiettivo di conquistare il Leone d’oro. Dopo, per l’esattezza il prossimo 18 settembre, Pasolini di Abel Ferrara arriverà nelle sale nostrane. Il cast è composto da Willem Dafoe, Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Maria De Medeiros, Adriana Asti, Giada Colagrande e Ninetto Davoli. Il ruolo del poeta e scrittore è stato affidato a Dafoe, ma guai a pensare che si tratti dell’ennesimo tentativo di raccontare la sua vita e soprattutto far luce sulla sua morte: “Me ne fotto – ha fatto sapere Ferrara qualche tempo fa dalle pagine di Repubblica – Questo è un film, non un’indagine. Non me ne frega niente di chi l’ha ammazzato e come. Io mi occupo della tragedia, di quello che abbiamo perduto. Pasolini è morto a 53 anni, avrebbe potuto continuare a dire e a fare tantissimo. Molti suoi contemporanei sono ancora qui“.

A lui interessava indagare sul lato umano di Pasolini, scoprire l’uomo ancor prima dell’artista. Raccontare la sua quotidianità, che spesso diventava pericolosa; la sua attrazione per quella parte della società che è allo sbando, che sta ai margini: cosa cercava davvero in certi ambienti? “Passava le giornate alla stazione Termini – ha spiegato Ferrara in un’altra intervista a Panorama – e poi tornava a casa dalla madre. Mi concentrerò però soprattutto sul suo ultimo giorno di vita“. La scena della sua morte ci sarà comunque. La domanda su come essa sia avvenuta ci sarà comunque… E poi? E poi bisogna guardare il film.

Per quanto riguarda la scelta di Dafoe, il regista non ha mai avuto alcun dubbio. Anzi, “è un progetto interamente legato a Dafoe, che per altro parla benissimo l’italiano e questo è fondamentale. Poi abbiamo girato diversi film insieme, trovo importante proseguire il percorso comune“. Il resto del cast è stato scelto anche con la pancia, le riprese hanno come location alcune zone di Roma e le sorprese rappresentano una promessa che verrà mantenuta senza “se” e senza “ma”. Ferrara accenderà anche qualche polemica, con questa sua opera? La cosa non risulterebbe inaspettata…

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