Dopo la partecipazione di Lea Michele (guarda le foto e i video su Velvet Cinema) e Dylan O’Brien (guarda le foto e i video su Velvet Cinema) al Giffoni Film Festival (che si concluderà domenica 27 luglio), c’è stato un altro attore americano a scaldare i cuori di una valanga di ragazze che lo hanno aspettato per ore sotto la pioggia: stiamo parlando di Richard Gere, ospite d’onore nonché protagonista assoluto della quinta giornata (ieri, martedì 22). Gere non è arrivato da solo, ma insieme al figlio Homer e ad un suo caro amico: “Sono davvero felicissimo di essere qui – ha dichiarato durante l’incontro con la stampa – Io prendo ogni occasione utile per venire in Italia, ho molti amici qui e adoro la costiera amalfitana. Sono contento di essere qui per la prima volta, al Festival di Giffoni dove si realizza una cosa straordinaria. Le relazioni che si stringono qui avranno poi delle conseguenze per tutto il pianeta“.
L’attore hollywoodiano ama davvero il nostro Paese, infatti lo scorso febbraio è stato avvistato in Puglia e precisamente nel centro storico di Lecce (registrandosi in hotel sotto il falso nome di Mr Brown): peccato però che in quell’occasione nessuno l’abbia riconosciuto (leggi tutto su Velvet Cinema). E la stessa situazione gli è successa durante le riprese del film Time out of mind, nel quale veste i panni di un clochard: una signora l’ha scambiato per un barbone vero, facendogli così l’elemosina (leggi tutto su Velvet Cinema). Proprio questa pellicola verrà presentata al Toronto Film Festival e non è escluso che sarà anche nella lista del Festival Internazionale del Cinema di Roma.
“Ci tengo a dire che la sceneggiatura è stata scritta venticinque anni fa – ha detto Gere – Non c’è uno stretto collegamento con la situazione attuale, evidentemente sono le condizioni generali che non sono cambiate molto“. Richard ha ricevuto il primo script otto anni fa e si è subito posto il problema di come rendere al meglio questo personaggio: “Mi sono messo in contatto con un’associazione che si occupa della loro cura – ha concluso – E credo che New York sia l’unica città al mondo in cui, per legge, ogni persona debba avere un letto dove dormire“.
Foto by LaPresse/Cafaro Gerardo