Marco D’Amore: “Gomorra non rappresenta solo Napoli, ma il mondo intero…”

Sono passate due settimane dalla fine della prima serie di Gomorra ed i fan sono in trepidante attesa della seconda. Le puntate hanno avuto più successo della prima stagione di Romanzo Criminale e per questo motivo lo staff di Sky e tutta la produzione è molto felice della riuscita di questo progetto. Anche perché è molto altro rispetto a quello che si può vedere apparentemente.

Gomorra non parla solo di Napoli, ma di tutto il mondo: “Come tutte le grandi opere anche Gomorra parte dalla descrizione di un particolare – ha dichiarato Marco D’Amore attraverso un’intervista a Campania News 24 – ma diventa il paradigma di una situazione universale. Chi non capisce questo o non ha i mezzi culturali per capirlo o gli fa comodo utilizzare Napoli come specchietto per le allodole. Gomorra non è Scampia e non è Napoli. Non è l’Italia ma è il mondo”.

L’attore non si aspettava minimamente questo successo di pubblico: “In termini così alti sinceramente no. L’ho anche riscontrato con i produttori, con i registi. Ci auspicavamo un ritorno alle fatiche prodotte però non così alto. D’Amore s’ispira ad artisti come: “In particolare Tony Servillo, con il quale ho avuto la fortuna di lavorare, e nella costellazione degli dei ci sono molti attori stranieri e due italiani: Gian Maria Volontè e Vittorio Mezzogiorno. E cosa ne sarà delle prossime puntate? Questo ancora non si sa.

“Ieri le nostre strade si sono divise. Non so per quanto. Forse ci ritroveremo, intanto questo messaggio è per te, ciao #CirodiMarzio, ha scritto l’attore su Facebook dopo l’ultima puntata. Cosa vorrà dire questo messaggio sibillino?

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