Arriverà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 10 luglio (mentre in quelle americane il giorno dopo) la pellicola Mai così vicini diretta da Rob Reiner (Harry ti presento Sally e Non è mai troppo tardi), distribuita da Videa che porta per la prima volta sul grande schermo insieme due colonne: Michael Douglas e Diane Keaton, rispettivamente nei panni di Oren Little (un agente immobiliare) e Leah (la sua vicina di casa). Oren è indisponente verso l’intero genere umano e non desidera altro che vendere la sua ultima casa per poi andare in pensione in pace. I suoi piano però vengono scombinati dal figlio che arriva improvvisamente a casa, mollandogli la nipote, di cui tra l’altro non sapeva nemmeno l’esistenza. L’uomo però non è capace di prendersi cura di una bambina di nove anni, così l’affida proprio alla sua amabile vicina di casa.
Piano piano però Oren imparerà ad aprire il cuore alla famiglia, senza tornare nella monotonia della quotidianità. Certamente con una certa riluttanza iniziale. Il film è stato già censurato e vietato ai minori di tredici anni “per la presenza di riferimenti sessuali e scene di droga”. “L’ultima volta che ho fatto sesso mi sono rotto il crociato”, dice Oren nel trailer; “Non è per caso il tuo è un patetico tentativo di provarci?”, risponde Leah. Vedremo scene hot tra Douglas e la Keaton? O forse semplicemente la Motion Picture Association of America (un’associazione che promuove gli interessi degli studi cinematografici) ha esagerato ancora una volta?
E’ successo già recentemente con Lucy di Luc Besson (in uscita il prossimo 25 luglio negli Stati Uniti ed il 25 settembre in Italia) che è stato vietato ai minori di diciassette anni per “violenza eccessiva, immagini disturbanti e contenuti sessuali” e per Sin City – Una donna per cui uccidere di Robert Rodriguez e Frank Miller: in quest’ultimo caso è stato censurato e modificato il character poster con Eva Green (guarda le foto della locandina originale e di quella modificata) per “colpa della curva sotto il seno e dell’areola del capezzolo che sono troppo visibili attraverso l’abito”.
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