I pronostici coincidono con la realtà: il Festival di Cannes 2014 si è concluso con la consegna della Palma d’oro – da parte di Quentin Tarantino e Uma Thurman – al regista turco Nuri Bilge Ceylan e al suo Winter Sleep. Un film lungo tre ore e un quarto e caratterizzato da intensi dialoghi sulla sulla vita, sulla religione e sull’arte. Parole ma anche splendide immagini che raccontano la bellezza della natura d’inverno. Le premesse potevano un po’ intimorire: “Quando ho visto che durava più di tre ore mi sono spaventata e mi sono chiesta: ‘riuscirò a non andare in bagno così a lungo?’“, ha ammesso la presidente della giuria Jane Campion; poi, però, le cose sono cambiate nettamente e “il ritmo era talmente coinvolgente – ha aggiunto – che ne avrei potuto vedere altre due ore“.
E L’Italia? Anche l’Italia ha vinto e può considerarsi più che soddisfatta. La giovane regista (ha soltanto 33 anni) Alice Rohrwacher ha infatti conquistato – ricevendolo da Sophia Loren – il Gran Prix con Le meraviglie e i suoi occhi brillavano di gioia. Il coraggio paga, soprattutto se unito a passione e sensibilità: brava, bravissima Alice e bravissimi i suoi attori. “Grazie a Thierry Fremaux – è stato il suo commento a caldo – che mi ha fatto arrivare qui, grazie alla giuria che mi ha fatto tornare“.
Julianne Moore e Timothy Spall hanno ricevuto i riconoscimenti per le migliori interpretazioni grazie alla loro performance rispettivamente in Maps to the Stars di David Cronenberg e Mr. Turner di Mike Leigh. Il premio della giuria è andato ex aequo a Mommy di Tommy Dolan e a Adieu au langage di Jean-Luc Godard. A mani vuote, inaspettatamente, sono rimasti i fratelli Dardenne con Deux jours, une nuit, in cui Marion Cotillard interpreta una donna che cerca di salvare il posto di lavoro.
foto Piergiorgio Pirrone – LaPresse