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Categorie: Recensioni

Le meraviglie di Alice Rohrwacher: quello sguardo sensibile all’adolescenza

È arrivato nelle sale due giorni fa – giovedì 22 maggio – il film che al Festival di Cannes ha meritato ben dodici minuti di applausi. Non uno, dodici. Si tratta di Le meraviglie, opera seconda di Alice Rohrwacher, la regista 33enne che aveva esordito con Corpo Celeste, ma che con il suo ultimo film ha fatto un passo in avanti degno di rispetto, di applausi e di quelle lacrime di emozione che a Cannes non sono mancate.

All’inizio la notte profonda – proprio come in Corpo Celeste – e solo le luci dei due fari abbaglianti di una macchina. Un buio misterioso, di chi cerca qualcosa, che fa da subito penetrare lo spettatore nello sguardo stesso della regista la quale inizia così a raccontare la storia di una famiglia di apicoltori, ambientata nella sua terra, la Toscana.

Protagonista Gelsomina (Maria Alexandra Lungu) che a soli 12 anni guida già tutta la famiglia, prendendosi cura delle sue sorelle, catturando lei stessa gli sciami sugli alberi, spostando gli alveari, facendo il miele e che ogni giorno combatte con un padre orco, Wolfgang (Sam Louwyck), lei che è dolce e buona come il miele che produce. Ma c’è anche un’altra donna a contrastare la rigidità di questo uomo burbero: la moglie Angelica (interpretata da Alba Rohrwachwer, sorella della regista), una signora gentile, comprensiva che cerca sempre di avere un approccio diplomatico per alleggerire alle proprie bambine il peso di quel padre terribile.

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La loro produzione di miele è illegale, gli ambienti non sono a norma, ne tanto meno disinfettati. Nessuno deve conoscere le loro regole e così Gelsomina e le sue sorelle sono costrette a vivere in una realtà molto simile a quegli alveari che loro conoscono bene. Ma arriva qualcosa a rompere questa catena: un concorso televisivo con un premio in denaro alla famiglia più “tipica”. Il programma si chiama “Il paese delle Meraviglie” e a condurlo è la fata bianca Milly Catena, interpretata da Monica Bellucci.

Una via d’uscita, uno spiraglio verso la libertà e una possibilità di dare alla famiglia di Wolfgang un po’ di tranquillità economica: in quel concorso-reality Gelsomina ci legge tutto questo. Da qui la storia inizierà a girare attorno a questo programma televisivo e all’arrivo in casa di Martin, un ragazzetto di 14 anni problematico, con precedenti penali, inviato nella famiglia di apicoltori per un programma di reinserimento. Un adolescente silenzioso, introverso che però romperà gli schemi nella casa.

Le meraviglie è una pellicola a volte priva di un filo logico, che racconta una vita tormentata, un controverso rapporto padre-figlia, senza staccare mai gli occhi dai bellissimi paesaggi naturali di Toscana, Lazio e Umbria. Un film da vedere, l’unico a rappresentare l’Italia al Festival di Cannes, una storia della fine degli anni ’80 sulle note di “T’appartengo” di Ambra Angioini, con uno sguardo attento e sensibile all’adolescenza.

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