Lo scorso 9 maggio, per Silvio Berlusconi, è stato il primo giorno di lavoro presso l’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, struttura per malati di Alzheimer a cui è stato assegnato per l’affidamento in prova dopo la condanna Mediaset. E’ arrivato alle 9.45 e se n’è andato intorno alle 14, sempre tenuto d’occhio dalle sua guardi del corpo. T-shirt e giacca con la spilletta di Forza Italia, s’è mostrato allegro e carico di energie. Poi ha sfoderato il suo innegabile carisma conquistando buona parte degli anziani ospiti nell’edificio. Che, manco a dirlo, non vedono l’ora che torni. Ecco: questo Berlusconi ai servizi sociali ispirerà il nuovo film di Daniele Luchetti.
L’artista romano starà dietro la macchina da presa, ovviamente, ma sta anche lavorando alla sceneggiatura insieme a Giulia Calenda. La pellicola in questione s’intitolerà Anche i ricchi servono e le riprese cominceranno il prossimo ottobre. Il protagonista, ha spiegato Luchetti al quotidiano La Repubblica, è “un imprenditore che molto somiglia a Berlusconi, un anziano diverso dagli altri anziani dell’ospizio che nega la malattia, la fine delle cose, il cambiamento“.
Della vicenda dell’ex Presidente del Consiglio alla Sacra Famiglia, secondo Luchetti, “colpisce l’idea che qualcuno condannato in via definitiva abbia come pena l’essere obbligato a intraprendere un rapporto umano“. Parere più o meno condivisibile. “Berlusconi – continua Luchetti – continua a dichiarare che va a ‘tirare su’ i vecchietti ma non sono loro a dover essere riabilitati, è lui. Ed è un contrappasso meraviglioso che colui che ha invaso le menti degli italiani e truffato lo Stato venga condannato ad avere accanto un vecchietto come lui. Ancora una volta Berlusconi offre spunti per una bella storia da cui però sarà escluso“.
Dunque non ci sarà alcuna maschera berlusconiana ma un racconto ispirato ai fatti in questione: “Quando ho fatto – ricorda Luchetti – Il Portaborse hanno paragonato il politico Nanni Moretti a Martelli, De Michelis, Craxi. Quel personaggio colpiva proprio perché li riassumeva tutti, senza essere nessuno di loro. Vorrei fare lo stesso in questo film“.
Foto Mario Cartelli/LaPresse