Nei giorni scorsi Chris McQuarrie – premio Oscar per la sceneggiatura de I soliti sospetti – è stato nel capoluogo toscano per alcuni sopralluoghi relativi a Dolci colline di sangue, film sul leggendario Mostro di Firenze, tratto dall’omonimo libro scritto a quattro mani dal giornalista Mario Spezi e dal romanziere statunitense Douglas Preston. La pellicola sarà finanziata dalla Smokehouse di George Clooney che, secondo quanto riporta l’Ansa, vestirà anche i panni del protagonista ovvero dello scrittore – Preston per l’appunto – che nel 2000 si trasferì in Italia per condurre la sua personale indagine sul Mostro: uno dei capitoli più bui e sconvolgenti della cronaca giudiziaria del Bel Paese ricostruito in un real thriller.
Il 9 settembre del 1983 una coppia di turisti tedeschi viene massacrata sulle colline intorno a Scandicci: si tratta della quinta volta in cui il Mostro – chiamato anche Maniaco delle coppiette – colpisce con la stessa ferocia e le stesse modalità (il primo omicidio è avvenuto nel 1968 e l’ultimo nel 1985). L’unico problema è che da tredici mesi in carcere c’è un uomo accusato proprio di essere il carnefice. Alla fine la magistratura ha ritenuto colpevoli di quattro duplici omicidi Mario Vanni e Giancarlo Lotti, al contrario di Spezi e Preston che individuano il colpevole in una persona collegata al gruppo della pista sarda (linea seguita anche dagli inquirenti, ma abbandonata in seguito).
La data delle riprese ancora non è stata annunciata, visto che a breve McQuarrie tornerà dietro la macchina da presa per dirigere Tom Cruise nel quinto capitolo di Mission: Impossibile. Il regista e sceneggiatore però grazie alla Guida Nera – libro scritto da Spezi e Stefano Senni che ripercorre i luoghi storici della città dai giochi atroci dei gladiatori agli omicidi seriali degli anni Ottanta – ha già trovato alcune location dell’altra Firenze nella quale girare le scene del film: “Una città costituzionalmente incapace di produrre qualcosa o qualcuno di seconda categoria – scrive Preston nella guida – solo i migliori nel loro campo. Anche nel male“.
Foto by LaPresse/Andreoli Emilio