Esce il 30 aprile ma sta facendo discutere da un pezzo, per la materia trattata e per il coraggio che si è reso necessario per… Trattarla. Il venditore di medicine è il film di Antonio Morabito che vede Claudio Santamaria nei panni del protagonista ovvero di un informatore farmaceutico dedito alla corruzione dei medici. Il regista indaga così su una profonda piaga della società nostrana: il comparaggio farmaceutico, appunto, in base al quale medici e farmacisti accettano soldi o regali di ogni tipo e in cambio prescrivono determinati farmaci piuttosto che altri in modo da venderne il più possibile.
IL VENDITORE DI MEDICINE, TRAILER: GUARDA
Tutto sembra filare liscio fino a un certo punto, fino al momento in cui l’azienda per cui lavora Bruno (questo il nome del personaggio interpretato da Santamaria) si ritrova in brutte acque e deve difendersi a suon di licenziamenti. Preso dal panico, Bruno calca troppo la mano e al contempo si rende conto di essere finito in una sorta di tunnel. Alcuni colleghi si suicidano, la situazione precipita, Morabito ci va giù pesante com’è giusto che sia: soltanto così è possibile prendere coscienza di certe cose. E nel tentativo di salvarsi, il personaggio principale arriverà a compiere gesti impensabili.
Del cast fanno parte anche Evita Ciri, Isabella Ferrari e Marco Travaglio. La Ferrari porta in scena un cinico capoarea dell’azienza farmaceutica che non si ferma davanti a nulla e si lascia guidare da una cieca avidità, Travaglio è al suo debutto sul grande schermo nei panni del professor Malinverni, un primario che non si lascia corrompere (almeno lui) e dunque non accetta di prescrivere il chemioterapico “spinto” da Bruno. Non si piega ai suoi ricatti.
“Mio padre – ha raccontato Morabito – si era ammalato di fibrosi ed io ho dovuto cercare per lui un farmaco di difficile reperimento. Mi sono così imbattuto nel potere delle case farmaceutiche che ho voluto raccontare partendo dall’ultima rotella dell’ingranaggio, l’informatore medico. Questa figura familiare, l’omino ben vestito con la valigetta che tante volte incontriamo nelle sale d’attesa del dottore, racchiude in piccolo le contraddizioni, l’ansia, la corruzione e l’impunità della società che ci circonda. E’ una piccola pedina, ma si comporta nello stesso modo mostruoso della sua classe dirigente“.
Il venditore di medicine è un film duro e crudo, ma – lo ripetiamo – coraggioso. E già solo per questo andrebbe apprezzato. Santamaria ha rubato l’anima di un uomo che finisce in un baratro inseguendo illusioni e poi perde tutto (a cominciare da se stesso), la Ferrari s’è messa in gioco davvero e Travaglio non è un uomo di cinema, certo, ma sa come accendere la curiosità. Allora non resta che sperare che la polemica continua, perché vorrà dire aver fatto centro…
Mario Cartelli/LaPresse
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