La data ancora non è stata annunciata, ma il pubblico aspetta con trepidazione il film tv Non avere paura – un’amicizia con Papa Wojtyla, la storia di una straordinaria amicizia tra due uomini apparentemente lontanissimi: papa Wojtyla (interpretato dall’attore russo Aleksei Guskov) e la guida alpina Lino Zani (Giorgio Pasotti) che accompagnò il Santo Padre in numerose escursioni e sciate. La fiction – diretta da Andrea Porporati e realizzata dalla De Angelis Media in collaborazione con Rai Fiction, Trentino Film Commission e Trentino Turismo e Promozione – è tratta dal libro Era santo, era un uomo dello stesso Zani, che all’epoca gestiva il rifugio Ai caduti dell’Adamello (Trentino-Alto Adige). Nel cast anche Claudia Pandolfi, Katia Ricciarelli, Fabio Fulco e Giuseppe Caderna nei panni dell’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, che nel 1984 accompagnò Wojtyla in Adamello (rifugio suggeritogli dal segretario e amico Stanislaw Dziwisz).
Avvenne proprio così il primo incontro tra il Pontefice e Zani. Nonostante l’età avanzata e i dolori per l’attentato, Giovanni Paolo II era molto agile sugli sci: “Quando veniva qui – ha dichiarato lo stesso Lino – voleva sapere tutto di questi monti“. Il maestro di sci accompagnò il Papa nelle sue discese e così i due divennero molto amici. Il film tv parla proprio di questa storia: l’avvicinamento tra due persone che sembrano diverse, ma invece hanno in comune la stessa grande passione per la montagna. In realtà però c’è qualcosa di più: la voglia di arrivare in alto per comprendere al meglio la vita di tutti i giorni. “In cima a quelle vette inaccessibili – ha dichiarato Pasotti attraverso le pagine del settimanale Chi – mi sono ritrovato avvolto dall’immensità e dalla bellezza della montagna, dal suo silenzio. Impossibile non chiedersi chi sei e dove stai andando“.
L’attore bergamasco – che dal 3 aprile sarà al cinema con il thriller noir Nottetempo – non ha voluto usare controfigure. Si è molto emozionato durante le riprese ed è riuscito a trovare se stesso: “Forse ho capito che non è difficile scalare le cime più inaccessibili – ha concluso – ma tornare alla vita, al quotidiano, alle difficoltà e alla felicità del nostro percorso non è facile“.
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