Divergent (guarda il trailer) è un film diretto da Neil Burger e tratto dall’omonimo libro della trilogia fantascientifica scritta da Veronica Roth che arriverà in tutte le sale cinematografiche italiane domani, giovedì 3 aprile. Il cast è composto da Shailene Woodley, Theo James, Jai Courtney, Ray Stevenson, Zoe Kravitz, Miles Teller, Maggie Q, Tony Goldwyn, Ashley Judd e Kate Winslet e questo si tratta del primo capitolo della saga, anche se sono già stati confermati i due sequel: Insurgent e Allegian (pronti rispettivamente nel 2015 e nel 2016). Ci troviamo in una Chicago del futuro che è suddivisa in cinque fazioni che simboleggiano il coraggio, la sapienza, l’onestà, l’amicizia e l’altruismo. Quando ogni cittadino raggiunge una determinata età viene esaminato per poi essere collocato – in base alla sua personalità – in una di queste fazioni.
Beatrice Priora (la Woodley), soprannominata Tris, è una ragazza divergente perché ha diverse caratteristiche di più fazioni e per questo motivo deve decidere a quale appartenere. Si trova così costretta ad affrontare molte prove difficili e piano piano uscirà anche la sua natura più ribelle. Così inizierà a non accettare più le regole imposte nella città e cercherà di fare in modo che gli istinti umani non vengano repressi e che la libertà di azione non sia più impedita. Si tratta però di un percorso pericolo, ma la ragazza non sembra avere paura di rischiare la vita. Nella società raccontata dalla Roth essere diversi equivale ad essere pericolosi e per questo motivo ad ognuno è permesso di essere solo una cosa e nient’altro. La scelta di Tris di ribellarsi una volta per tutte è simile alle scelte che tutti noi compiamo ogni giorno. “Mi auguro che il pubblico possa approfittare di questa esperienza forte e intensa – ha dichiarato il regista – Spero che si mettano nei panni di Tris ed escano dal cinema pensando: cosa avrei fatto io? Che cosa è davvero importante per me?“.
In realtà si tratta di un tema molto attuale anche se è proiettato ad anni luce lontani da noi. Bisogna sempre far valere il proprio pensiero e così la protagonista rappresenta quel mondo dell’incertezza dove tutto è deciso, ma si è proprio ad un passo per capirlo. Il tormento di Beatrice è ben adattato ad un’atmosfera simile ai migliori film post-apocalittici, ma che allo stesso tempo è ben piantata in un tempo percepito come non troppo lontano. Chiunque potrebbe rispecchiarsi nella ragazza. Però è proprio l’ambientazione distopica troppo simile a quella di Hunger Games a poterne causare l’insuccesso. Uscendo a pochi mesi di distanza dalla saga della ragazza di fuoco, questo potrebbe sembrare semplicemente un clone meno riuscito. Sembra però che agli adolescenti non importi questa similitudine, almeno a quelli americani, visto che negli Stati Uniti nel primo weekend di programmazione la pellicola ha incassato ben cinquantasei milioni di dollari, piazzandosi – ovviamente – al primo posto. Come reagirà l’Italia?
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