Ferzan Ozpetek può congratularsi con se stesso e con tutta la sua squadra: nonostante le recenti battute al vetriolo da parte di Beppe Severgnini, il suo nuovo film Allacciate le cinture continua a ottenere consensi e buoni risultati al botteghino. Ieri, 13 marzo, ha raccolto 123mila euro arrivando a un totale di 2.2 milioni di euro; è in testa, subito dopo 300: L’Alba di un Impero, e ancora il weekend deve entrare nel vivo. Dunque i giochi sono più che aperti.
Nel frattempo c’è stato un aumento di copie da 350 a 490: “Quasi 500 – commenta il regista turco – Una grande soddisfazione“. Una soddisfazione senza dubbio derivante anche dalla viralità dei social network: “C’è un tam tam trascinante – continua Ozpetek – persone che lo vanno a rivedere, un fiume di commenti positivi su twitter, un passaparola come mi era successo tanti anni fa con Le Fate ignoranti“. La chiave di questo successo? Lui non ha dubbi, sta nel fatto che il cuore di questo film va ricercato nel “dolore, la gioia, la vita e la morte” e tratta un argomento difficile come il cancro con una delicatezza rara. Senza sapore di tragedia, senza puntare sulla compassione. Anzi.
ALLACCIATE LE CINTURE: FERZAN OZPETEK E’ UN CACCIATORE DI EMOZIONI
Il compito di toccare in scena la malattia, ma anche la successiva guarigione, è affidato a un’intensa Kasia Smutniak. Il suo personaggio coincide prima di tutto con una donna che sa amare senza riserve mantenendo però sempre intatta la propria dignità; non estranea da viaggi nel buio, eppure sempre capace di ritrovare un fascio di luce. Il suo compagno di vita, tanto diverso da lei e al contempo aderente, ha la fisicità e lo sguardo di Francesco Arca. E qualcuno avrà anche criticato Ozpetek per il suo ingaggio, ma sono tanti a plaudire. Arca ce la sta mettendo tutta per crescere ed è giusto riconoscerlo. E poi ci sono le altre figure che tracciano la coralità della pellicola, artisti come Luisa Ranieri ed Elena Sofia Ricci che hanno saputo lasciare il segno anche con poche manciate di minuti. Più di cento copie in più: facile capire il motivo.
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