Ieri – martedì 4 marzo – è andata in onda la seconda parte della miniserie Il giudice meschino che ha totalizzato 5.580.000 spettatori pari al 19.86 per cento di share. La fiction è tratta dall’omonimo libro di Mimmo Gangemi ed è ambientata a Reggio Calabria dove lavora il Pubblico ministero Alberto Lenzi (Luca Zingaretti), che però è accompagnato da una pessima fama. L’uomo sembra completamente disinteressato al suo lavoro e resta ancora più sconvolto quando un suo amico e collega viene ucciso, Giorgio Maremmi (Gioele Dix). Lenzi ha un figlio di otto anni – Enrico – a cui non bada molto e una relazione clandestina con una collega – Marina (Luisa Ranieri) – che però lo lascia quando capisce che la loro storia non sarà mai seria. Alberto si butta a capofitto nelle indagini dell’omicidio di Maremmi e scopre che non si tratta di Don Mico come tutti pensano, ma di Pasquale Rezza, un giovane boss che vuole fare la scalata al potere. Quando quest’ultimo scopre che Lenzi ha scoperto tutto decide di rapire il figlio.
Si tratta solo di un avvertimento, perché Enrico viene liberato subito. Alberto affronta Rezza di persona e non si lascia intimidire dalle sue minacce. Il pubblico ministero scopre un traffico di rifiuti tossici e chiede l’aiuto di Elke, una vecchia amica di Giorgio. Alberto capisce che c’è una talpa che gli intralcia le indagini e riferisce le sue mosse a chi di dovere. E’ così: durante una sparatoria la spia viene uccisa e Pasquale viene arrestato. Lenzi ha preso solo una delle pedine, ma non il vero capo: si tratta dell’amico Lucio Cianci Faraone. Intanto l’uomo rivela a Marina di essersi innamorato di lei e così inizia per lui una nuova vita: insieme alla sua donna e a suo figlio e alla lotta costante per sconfiggere le ingiustizie.
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