Ieri – lunedì 24 febbraio – è andata in onda su Rai Uno la miniserie in due puntate Non è mai troppo tardi (la seconda verrà trasmessa oggi, mercoledì 25) diretta da Giacomo Campiotti con protagonisti Claudio Santamaria nei panni di Alberto Manzi e Nicole Grimaudo (che a breve partorirà) nelle vesti di sua moglie Ida ha totalizzato 5.932.000 telespettatori, share del 21.06 per cento. E’ la storia del maestro e conduttore televisivo (morto nel 1997) diventato famoso proprio con la trasmissione che dà il nome alla fiction: nata per lottare contro l’analfabetismo, ha portato ben un milione e mezzo di persone a conquistare la licenza elementare. Dopo la fine della Guerra Manzi non riesce ad entrare nella graduatoria per l’insegnamento, così deve accettare la cattedra in un carcere minorile (lavoro che nessuno vuole). Il direttore pensa che lui debba insegnare solo con la parola, ma Alberto decide di restare da solo con i ragazzi e dare loro libri e penne.
Nel frattempo è alla ricerca della sua ragazza che non vede da due anni: quando la trova però lei è fredda. Dopo un po’ cambia idea e i due si sposano. Intanto i detenuti imparano a scrivere e nasce così il primo giornalino del carcere. I ragazzi riescono anche ad uscire di prigione per una giornata ad Ostia: l’unico momento di libertà. Intanto Ida resta incinta e Alberto riceve la proposta di diventare assistente di pedagogia all’Università. L’uomo non sa se accettare, ma alla fine decide di abbandonare la classe alla fine dell’anno. I detenuti sono delusi ma gli danno un caloroso abbraccio di gratitudine. Nella seconda parte vedremo Manzi insegnare in una scuola elementare: rifiuta i libri di testo e non assegna voti. La direttrice – per liberarsi di lui – gli propone di partecipare ad un provino per la Rai: Alberto diventa il conduttore di Non è mai troppo tardi.
Foto by Mario Cartelli/LaPresse