Il giudice meschino, Luca Zingaretti indaga nel profondo Sud

Ci siamo: lunedì 3 e martedì 4 marzo, in prima serata su Raiuno, andrà in onda la miniserie tv Il giudice meschino di Carlo Carlei con Luca Zingaretti, Luisa Ranieri, Paolo Briguglia, Andrea Tidona, Maurizio Marchetti, Gioele Dix, Gaetano Bruno e Felicitas Woll. Co-prodotta da Rai Fiction e Italian International Film, la fiction è tratta dall’omonimo libro di Mimmo Gangemi ed è ambientata a Reggio Calabria (le riprese risalgono alla scorsa estate); qui lavora il Pubblico ministero Alberto Lenzi (Zingaretti), accompagnato però da una pessima fama: la gente del luogo lo ritiene pigro, indolente, poco appassionato al proprio mestiere e troppo spesso distratto da altre cose.

Separato dalla moglie, con un figlio di 8 anni, Enrico, che sente per lo più come un peso – – si legge nella sinossi ufficiale – ha una relazione clandestina con Marina (la Ranieri), maresciallo dei carabinieri che lavora con lui“. La quotidianità di Lenzi, tuttavia, all’improvviso viene sconvolta da una tragedia: “Giorgio Maremmi (Gioele Dix), collega magistrato e amico carissimo, viene ucciso in un agguato“. Per Alberto è un trauma, una sorta di brusco risveglio: “si rimbocca le maniche e si getta a capofitto nel lavoro. Il caso sembra, a prima vista, di facile soluzione: poche ore prima di cadere sotto i colpi del killer, Maremmi aveva pronunciato una violenta requisitoria contro Francesco Manto, un esponente di medio livello della ‘ndrangheta locale, che dopo la condanna lo aveva minacciato platealmente di morte. A eseguire quella agghiacciante sentenza potrebbe essere stato il fratello di Manto, Antonio, da anni latitante. Per Giacomo Fiesole (Andrea Tidona), pubblico ministero incaricato delle indagini, questa sembra essere la pista più probabile“.

Alberto, tuttavia, non la pensa allo stesso modo e soprattutto non condivide il modus operando di Fiesole, con cui si è più volte scontrato in passato; insieme a Marina e all’ispettore Brighi (Briguglia), dunque, conduce le indagini secondo altre idee e trova un valido quanto inaspettato aiuto anche in don Mico Rota (Maurizio Marchetti), “anziano boss della vecchia ‘ndrangheta, che sta scontando una lunga detenzione. Don Mico ha scoperto che dietro quella vicenda c’è la mano di un boss emergente, che sta prendendo il suo posto al vertice della ‘ndrangheta locale: Pasquale Rezza (Claudio Castrogiovanni)”. Grazie agli interrogatori a Don Mico e alla scoperta che Maremmi stava indagando in segreto su un traffico di rifiuti tossici, Alberto riesce ad avvicinarsi alla realtà. Ma “la reazione della nuova ‘ndrangheta non tarda ad arrivare…“.

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