Era il 1999. Era Fight Club. Era l’improvviso successo mondiale di Edward Norton, la sua consacrazione. A quei tempi, praticamente Hollywood stendeva un tappeto rosso a ogni suo passaggio. Ma non è durata, purtroppo. Anche a causa del suo carattere, che pare sia a dir poco ingestibile. Finito nell’ombra dopo il flop di Hulk, Norton ha dovuto mettere nel cassetto anche il suo sogno di vestire i panni di regista per dirigere la trasposizione cinematografica di Motherless Brooklyn – Brooklyn senza madre, romanzo poliziesco scritto da Jonathan Lethem.
L’ha messo nel cassetto, ma non se l’è dimenticato. Non c’ha rinunciato. E adesso, finalmente, ecco la possibilità di tramutare l’idea in fatti concreti: Edward, tra l’altro, ha anche scritto l’adattamento personalmente. Sono passati quindici anni dal suo debutto dietro la macchina da presa (Tentazioni d’amore); pare che il progetto relativo al libro di Lethem sia parecchio piaciuto all’intraprendente e ricco Brett Ratner, regista (Rush Hour) e produttore statunitense. Insomma, Ratner metterà il denaro necessario. E Norton dovrà dimostrare che ne vale la pena, indossando anche i panni del protagonista: doppio impegno, per lui, dunque. La trama di Brooklyn senza madre si basa sulla vicenda di Lionel Essrog detto Testadipazzo, che vive in un orfanotrofio ed è afflitto dalla rarissima sindrome di Tourette, caratterizzata da una serie di tic fisici e comportamenti compulsivi. Lionel e altri tre ragazzi si mettono al servizio di Frank Minna, un poco di buono, e agiscono sotto la copertura di un’agenzia investigativa con servizio di noleggio Limousine annesso.
Un giorno Minna viene trovato in un cassonetto, pugnalato da un misterioso aggressore, di cui non vuole svelare il nome prima di morire. Così Lionel decide di indagare sul serio, a qualunque costo e anche nonostante la sua malattia e i tormenti causati da un amore impossibile. Le riprese dovrebbero cominciare il prossimo autunno.
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