Non è mai troppo tardi, Claudio Santamaria è il maestro Manzi

Lunedì 24 e martedì 25 febbraio, in prima serata su Raiuno, andrà in onda la fiction Non è mai troppo tardi realizzata da Bibi Film Tv in occasione del sessantesimo compleanno della Rai e diretta da Giacomo Campiotti che ne firma anche la sceneggiatura insieme a Claudio Fava e Monica Zapelli. E’ la storia di Alberto Manzi (Roma, 3 novembre 1924 – Pitigliano, 4 dicembre 1997), maestro nonché conduttore della trasmissione televisiva che dà il titolo alla miniserie stessa e che – fra il 1959 e il 1968 – rappresentò un prezioso strumento nella lotta contro l’analfabetismo: secondo alcune stime, quasi un milione e mezzo di persone hanno conseguito la licenza elementare grazie a queste lezioni a distanza, svolte come dei veri e propri corsi serali.

L’onore e l’onere di interpretare Manzi è toccato a Claudio Santamaria: “E’ stato un rivoluzionario, quasi un supereroe – ha dichiarato durante la conferenza stampa di presentazione – che ha lottato per dare dignità alle persone. Per lavorare sul personaggio ho cercato informazioni, ho visto interviste, ho parlato con la seconda moglie di Manzi. Lei mi ha raccontato che, quando voleva vantarsi, il marito diceva che i suoi metodi di insegnamento erano avanti di 50 anni; io credo che lo fossero di 100, perché mi sembrano innovativi anche oggi. Manzi si rifiutava di dare voti, incoraggiava la collaborazione tra gli studenti, le sue classi erano diverse dalle altre“.

Nei panni della prima moglie Ida, invece, c’è l’attrice siciliana Nicole Grimaudo (che presto diventerà mamma per la prima volta): “Ida è stata la sua prima fan. Una donna moderna, che sposò l’uomo e il maestro e seppe stargli accanto con costanza e caparbietà. Forse, anche come Nicole, mi sarei innamorata di uno come Alberto Manzi. Lavorando al film, ci siamo emozionati: credo valga sempre la pena raccontare storie piene di passione come questa“. Nel cast di Non è mai troppo tardi ci sono anche molti giovani attori nel ruolo degli alunni di Manzi.

Foto Mario Cartelli/LaPresse

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