Akiva Goldsman ha firmato sceneggiature come A Beautiful Mind (che gli è valsa il Premio Oscar) e script di numerose pellicole poi diventate famose come Cinderella Man, Io sono leggenda e Il Codice Da Vinci; lo sviluppo della sua carriera l’ha portato dietro la macchina da presa per girare Storia d’inverno, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Mark Helprin (che lui ama molto) i cui protagonisti sono Colin Farrell e Jessica Brown Findlay (Downton Abbey). Nel cast anche star del calibro di Russell Crowe, Jennifer Connelly, William Hurt ed Eva Marie Saint. Storia d’inverno è arrivato nelle sale italiane lo scorso 13 febbraio ed è un appuntamento doc per chi ama i racconti di amori appassionati quanto travagliati.
STORIA D’INVERNO, IL TRAILER ITALIANO: GUARDA
Le dimensioni temporali si spostano più volte dal passato al presente, l’ambientazione è una New York tutt’altro che tranquilla e anzi animata da un sottobosco di gang che si fronteggiano per imporre confini e potere; Farrel si muove fra questa violenza – non troppo marcata ma “efficace” – nei panni di un ladro gentiluomo che resta folgorato da una fanciulla vergine e bella, ma purtroppo malata e destinata a un’amarissima fine. Non mancano elementi rubati alle fiabe, come demoni e cavalli alati, e il tutto viene avvolto in un’atmosfera da sogno.
Farrell è in grandissima forma, la Brown Findlay è eterea e leggiadra al punto giusto e Crowe di certo non delude con la sua interpretazione del cattivo. Però qualcosa non funziona: il libro di Helprin è più di ottocento pagine, e nelle due ore di film sono andate perse molte fra le note più belle. Chi non ha letto quelle pagine, inoltre, fa qualche fatica a seguire la trama anche perché alcuni passaggi vengono dati per scontati. E’ un fantasy troppo… Fantasy. Talmente fantasy da suscitare qualche risata di troppo, laddove invece dovrebbe accendere emozioni e commozione. Però chi ha voglia di calarsi per un po’ in un’altra dimensione, assai lontana dal mondo reale, può serenamente fare il biglietto…
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