L’avevamo detto fin dall’inizio: Paolo Virzì ha vinto la sua sfida. Il Capitale umano, sua ultima pellicola (uscita lo scorso 9 gennaio, leggi la recensione) ha conquistato il pubblico italiano avvicinandosi (per ora) ai quattro milioni di incassi: ottima cifra se si considera che stiamo parlando di una pellicola “audace” per il panorama italiano. Non una commedia, non un dramma bensì un thriller in piena regola che però sa anche parlare d’amore. La critica plaude, i fan di Virzì si crogiolano, chi non lo conosceva si avvicina al suo cinema con curiosità e i detrattori non possono negare la qualità di questo lavoro. Ma come spesso accade, è oltre i confini nazionali che Il Capitale umano sta raccogliendo le soddisfazioni più belle. La richiesta dei distributori cinematografici stranieri è grande, talmente grande che ieri – 12 febbraio – è stato aumentato il numero delle proiezioni: notizia comunicata nel corso dell’European Film Market, il mercato del Festival Internazionale del cinema di Berlino. Signori, il film di Virzì è stato acquistato da ben 25 Paesi fra cui la Cina e il Brasile.
Un traguardo non di poco conto, anzi. Che però Virzì al momento non ha commentato su Twitter – social che usa pressoché quotidianamente – forse per modestia o (chissà?) per un pizzico di sana scaramanzia. Magari alcuni amministratori brianzoli non sono contenti del modo in cui ha raccontato quelle terre, ma la maggior parte degli spettatori è invece riuscita a capire che Virzì ha solo “usato” quei paesaggi per creare una certa atmosfera, e che la gente del luogo non c’entra proprio nulla. Non è uno spaccato di vita, non è un quadro ma è la trasposizione cinematografica di un romanzo. Il Capitale umano continua la sua marcia verso il successo e bisognerebbe soltanto fare il tifo. Solo questo.
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