La tecnologia spesso fa miracoli. Ma questi miracoli, a volte, hanno in sé qualcosa di mostruoso. Perché rimettere in piedi una persona morta e farla recitare, nutrire quest’illusione per portare a termine un film e tutelare il business che c’è dietro… Beh, pensandoci bene è mostruoso,. Nel senso letterale del termine. D’altra parte, è un atto che può generare emozione e commozione. Ammirazione, anche, perché i computer sembrano non avere più limiti e confini. La notizia arriva dal New York Post, che a sua volta conferma quanto annunciato dal sito Hollywood Reporter: Philip Seymour Hoffman, ucciso lo scorso 2 febbraio da un’overdose a soli 46 anni, sarà riprodotto in digitale per gli ultimi ciak di Hunger Games 3 (Hunger Games: Il canto della rivolta). Questa, almeno, pare sia la decisione presa dala casa di produzione Lionsgate e dal regista Francis Lawrence.
I fan dell’ormai celebre saga fantasy tratta dai libri di Suzanne Collins e campione d’incassi, in effetti, nell’apprendere della sua scomparsa si erano interrogati circa lo sviluppo della pellicola in questione. Hoffmann, che veste i panni dell’enigmatico Plutarch Heavensbee (lo stratega dei giochi già apparso in Hunger Games – La ragazza di fuoco), aveva girato la maggior parte delle sue scene: mancavano soltanto sette giorni di riprese per concludere il lavoro.
E adesso, dunque, si ricorrerà a un pc per girare alcuni passaggi fondamentali della vicenda (di cui non si può fare a meno per mantenere intatti gli equilibri narrativi) ed evitare così che slitti la data d’uscita della prima parte, prevista per il 20 novembre 2014 (la seconda, invece, dovrebbe arrivare il 29 novembre 2015). Miracoli della tecnologia…
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