Ormai non è più un’ipotesi ma una certezza: il premio Oscar Philip Seymour Hoffman è stato ucciso da un’overdose. Ed è amara, amarissima questa consapevolezza. Come rivela il sito della Cnn, dunque fonte più che attendibile, nel suo appartamento di New York – nel West Village, per l’esattezza – gli inquirenti hanno trovato quasi 50 bustine contenenti probabilmente (ma quel “probabilmente” è messo più per cautela che per altro) eroina, oltre a numerosi farmaci (fra cui il Vyvanse, per il trattamento dei disturbi da deficit di attenzione e iperattività, e l’idroxizina, utilizzato invece per il trattamento dell’ansia) e circa venti siringhe usate in una tazza di plastica. Ricordiamo che l’attore 46enne è stato rinvenuto privo di vita in bagno con una siringa conficcata nel braccio sinistro. Per 23 anni era riuscito a non toccare la droga, ma dal 2012 c’era caduto nuovamente con tutte le scarpe. E non è riuscito a liberarsi da quest’incubo, che alla fine gli ha succhiato l’anima – e il talento – come il più cattivo devi vampiri.
Nelle prossime ore verrà eseguita l’autopsia e intanto prosegue la ricerca degli spacciatori che avrebbe venduto a Seymour Hoffman tutta quella droga; pare che le telecamere di un bancomat l’abbiamo filmato mentre prelevava del denaro per poi consegnarlo a due uomini con altrettante piccole borse a tracolla. Secondo alcune testimonianze, proprio quelle borse sarebbero un tratto distintivo degli spacciatori.
La vicenda, con l’andar dei giorni, si fa sempre più complessa. Al di là dei problemi di Seymour, c’è da dire che da circa un mese si sta indagando è sulle tracce di una partita di eroina che ha già ucciso decine di persone sulla costa orientale degli Stati Uniti; è tagliata con il Fentanil, un farmaco potentissimo che in genere viene prescritto ai malati di cancro in stato terminale per alleviare il loro dolore. Il cocktail che ne deriva è cento volte più potente della morfina ed è a dir poco nocivo per le vie respiratorie. Qualcuno lo chiama Theraflu, altri Bud Ice o 24K e il suo consumo è già stato collegato a cinque decessi avvenuti lo scorso gennaio a Long Island, 22 in Pennsylvania e 19 a Rhode Island. La partita è stata letale anche per Philip? Per il momento non ci sono conferme ufficiali ma “resta un’ipotesi – spiega la polizia – almeno fino ai risultati degli esami tossicologici“.