Matthew McConaughey ha ufficialmente conquistato Roma, adesso manca il resto d’Italia ma vien da pensare che l’impresa non gli costerà grosse fatiche. L’attore statunitense è approdato nella Capitale per presentare – oggi, 28 gennaio – Dallas Buyers Club, film diretto da Jean-Marc Vallée che sarà nelle sale a partire da giovedì prossimo. Una conferenza stampa popolata, anche troppo: i giornalisti hanno riempito l’Hotel Baglioni fin quasi a scoppiare. E lui, McConaughey, fra i candidati al premio Oscar come Migliore attore ai prossimi Academy Awards, ha catalizzato l’attenzione con la sua sicurezza, i sorrisi, la voce un po’ strascicata.
Sta ritrovando il suo peso forma, quei 23 chili persi per interpretare il rude, antipatico, omofobo, volgare texano Ron Woodroof con un passato da tossicodipendente. Dallas Buyers Club è ispirato alla sua vera storia e ambientato nella seconda metà degli anni Ottanta. Il protagonista scopre di aver contratto l’Hiv, gli viene dato soltanto un mese di vita e lui comincia a frequentare un corso di medicina alternativa durante il quale conosce Rayon, una transessuale sieropositiva interpretata da Jared Leto (anche lui molto dimagrito per esigenze di copione). Grazie a Rayon e alla dottoressa Eve Sacks (Jennifer Garner), Woodroof riuscirà a sopravvivere fino al 1992, tempo durante il quale diffonderà in tutti i modi possibili la cura da lui stesso seguita.
Il film è stato presentato per la prima volta al Toronto International Film Festival 2013, accendendo subito l’entusiasmo sia del pubblico che della critica: grandi consensi per McConaughey, ma anche per la sceneggiatura e per la regia; ottimo anche le reazioni suscitate durante il Festival Internazionale del Film di Roma 2013. E numerosissimi i riconoscimenti, fra cui è doveroso ricordare le 6 nomination all’Oscar (Miglior film, Migliore attore protagonista a Matthew McConaughey, Miglior attore non protagonista a Jared Leto, Migliore sceneggiatura originale a Craig Borten e Melisa Wallack, Migliore montaggio a John Mac McMurphy e Martin Pensa, Miglior trucco e acconciatura a Adruitha Lee e Robin Mathews) e 2 Golden Globe (Miglior attore in un film drammatico a Matthew McConaughey, Miglior attore non protagonista a Jared Leto).
La strada della gloria è intrapresa, dunque; e pensare che all’inizio le cose non sono state affatto facili, il film è stato rifiutato ben 137 volte: “Quando si deve finanziare – ha spiegato McConaughey – non si pensa solo all’arte ma ai quattrini e se come descrizione legge ‘dramma sull’Hiv, eroe omofobico’ la produzione pensa… ‘Come farò a fare soldi con un film del genere?’“. Ma la costanza, ancora una volta, è stata premiata. E sono in molti, in moltissimi a ritenere che questa sia la prova più grande della carriera di Matthew. Lui era in una fase in cui tutto andava bene, i soldi e il successo di certo non mancavano, ma sentiva l’esigenza di alzare il tiro. E ha preferito rifiutare diverse proposte e fermarsi fin a quando non ha visto arrivare l’occasione giusta. S’è buttato anima e corpo. Osservando un regime alimentare a dir poco rigido per ridurlo quasi pelle e ossa, quel corpo. Il suo personaggio cattura e trascina insieme alle atmosfere e al racconto, il coraggio e la dignità sono in ogni scena, tutto il cast – artistico e tecnico – ce l’ha messa tutta facendosi guidare dalla passione e si vede. Si vede, questo film. Si deve vedere.
Foto by Kikapress
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