Tutta colpa di Freud, Genovese racconta le differenze in amore

Sara (Anna Foglietta) è gay da una vita, ma l’ennesima delusione d’amore la spinge a un estremo tentativo: diventare etero. O almeno provarci. Marta (Vittoria Puccini) è una sognatrice doc, cammina appesa al filo di un pallone e sospira per uomini ideali (e idealizzati); poi finisce per innamorarsi di un ladro di libri (Vinicio Marchioni) con cui è impossibile usare la voce… Perché lui è sordomuto. Emma (Laura Adriani) ha diciott’anni, fatica a mantenere in piedi una storia amorosa fino a quando perde la testa per un cinquantenne affetto dalla Sindrome di Peter Pan (Alessandro Gassman) e sposato con la raffinata Claudia (Claudia Gerini). Cosa hanno in comune queste tre figure femminili? Sono sorelle. E dunque in comune hanno un padre, Francesco (Marco Giallini), che le ha tirate su da solo perché la moglie ha deciso presto di volare verso altri lidi. Papà perfetto, Francesco, con la sua imperfezione. Romantico, tenero, delicato nel suo modo di essere onnipresente. C’è un problema, però. C’è che di professione lui fa lo psicoanalista, e le sue figlie hanno la “brutta” abitudine di accomodarsi sul lettino del suo studio per svuotare l’anima e ottenere un salvifico responso. Qual è il confine da non superare? Fino a che punto Francesco può aiutarle senza infrangere le regole deontologiche e senza farsi coinvolgere troppo? Ecco, è questa la vicenda raccontata in Tutta colpa di Freud, nuovo film di Paolo Genovese prodotto da Lotus Production e Medusa film che sbarcherà nelle sale italiane giovedì 23 gennaio.

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Genovese è anche autore della sceneggiatura; il soggetto è invece frutto dell’incontro fra le sue idee e quelle di Leonardo Pieraccioni e Paola Mammini. E come nel caso delle altre sue pellicole (fra cui Immaturi e Una famiglia perfetta), il copione è la solida quanto rigida base di partenza: c’è una cura particolare e quasi tangibile nella costruzione di ogni incastro, in ogni frase e pensiero. “E’ difficile – spiega il regista – scrivere soggetti originali perché qualunque cosa è stata già fatta. Allora bisogna puntare sull’originalità, e l’originalità riguarda l’andamento della storia e i punti di vista scelti per raccontarla“. In Tutta colpa di Freud regna il movimento. E’ una commedia sentimentale al femminile che tira in ballo le differenze in amore e la relativa difficoltà ad accettarle. Il finale è apertoper permettere la riflessione“, spiega Genovese; e la riflessione si dirige verso moti interiori che – sia pur seguendo strade diverse – accomunano tutti.

Commedia al femminile, sì, ma in cui le presenze maschili non sono poi così secondarie. Perché diventano specchio dell’altra metà del cielo, universo con cui confrontarsi non senza stupore e pure qualche attacco di rabbia. “Ho cercato di personalizzare – dice Giallini – il mio personaggio rendendolo ancora più dinoccolato di me, dandogli una goffaggine che invece non mi appartiene. Francesco è una bellissima persona – ha poi aggiunto in tono scherzoso – lo vorrei come amico. Ma di amici così non ne ho nemmeno uno“. E poi c’è Gassman, che è un infedele sui generis. Combattuto fra una passione autentica per la ragazzina e il desiderio – sotto molti punti di vista inconscio – di salvare il suo rapporto coniugale. La moglie Claudia è “una donna elegante – riflette la Gerini – molto pacata e molto diversa rispetto ai ruoli che ho interpretato finora. All’inizio, lo spettatore la vede soltanto attraverso gli occhi del protagonista, poi appare realmente e riceve uno schiaffo che la costringe a cambiare la sua visione della realtà“.

Tutta colpa di Freud è anche un film che affronta la diversità cercando di alleggerirla il più possibile. Sara è una “diversa”, una lesbica. Ma prima di tutto è “una donna – sottolinea la Foglietta – che si appella al suo diritto di essere felice. E quando si tratta d’amore, tutti sono uguali“. Marchioni ha una parte piccola e al contempo molto grande. Di certo difficile, perché non si esprime verbalmente ma solo con sguardi e gesti: “un ruolo meraviglioso“, costruito anche grazie al prezioso intervento dell’Associazione nazionale sordi. Il giovane con l’handicap e il cuore un po’ stropicciato s’imbatte nella libraria interpretata dalla Puccini, e la Puccini non risparmia trasporto e cervello. E poi c’è la piccola di casa, ovvero Laura Adriani, che ha voluto a tutti i costi far parte del cast e alla fine c’è riuscita, sbaragliando le concorrenti con una certa dose di sofferenza: “Ho fatto tre provini e il maestro mi ha fatto aspettare tre settimane prima di chiamarmi per l’ok“. Occhi che s’accendono di orgoglio.

Costato circa 6 milioni di euro, Tutta colpa di Freud sarà distribuito in 400 copie. La fotografia è diretta da Fabrizio Lucci e si vede; si vede dalla precisione mista a poesia con cui viene rappresentato il centro di Roma. Genovese ama la sua città e sentiva il desiderio di “ingaggiarla”, anche perché era da un po’ che non venivano ambientati film nelle viscere antiche e sempre immutate della Capitale. L’appuntamento al cinema è soprattutto per le donne, quelle che sanno tenere la testa fra le nuvole e contemporaneamente i piedi per terra. L’appuntamento è anche per quegli uomini che vogliono guardarsi dentro e capire meglio i misteriosi sussulti dell’animo femminile.

PS. Le scarpe indossate dalla Gerini nelle varie scene sono splendide.

Foto by Ufficio Stampa

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