Ieri, lunedì 13 gennaio, è andata in onda la prima puntata del secondo appuntamento con la miniserie Gli anni spezzati, dedicata agli Anni di Piombo: Il giudice (oggi, martedì 14 andrà in onda la seconda e ultima parte) racconta la storia di Mario Sossi – interpretato da Alessandro Preziosi – che si trova a fronteggiare l’espansione del terrorismo negli anni Settanta per colpa delle Brigate Rosse. Questa volta la fiction sembra aver trovato il consenso del web, al contrario delle due puntate de Il commissario (leggi le critiche), anche se i dati auditel hanno premiato Canale 5 con la seconda puntata de Il peccato e la vergogna: 4.532.000 spettatori e share 16 per cento contro i 4.123.000 spettatori con uno share del 14.66 per cento di Rai Uno.
Ci troviamo nel 1974 durante il processo della Brigata XXII ottobre che ha ucciso un uomo in maniera atroce, fotografando addirittura il momento. Sossi chiede che agli imputati venga dato il massimo della pena – quindi l’ergastolo – e riesce ad ottenerlo. Il giudice viene accusato di essere un fascista e per questo finisce sotto scorta. Intanto in procura arriva una nuova collega, Claudia Maestrali (Anna Safroncik), che condivide lo studio con Roberto Nigro (Alessio Vassallo) e Gianluca Farina (Simone Gandolfo). La squadra cerca di aiutare Sossi, ma l’uomo viene rapito sotto casa sua la sera del 18 aprile.
L’uomo vuole capire il perché del sequestro, ma nessuno gli dà una spiegazione. Riesce comunque a convincere le Brigate Rosse a mandare un messaggio ai suoi familiari e ai suoi colleghi: di non preoccuparsi e di sospendere le ricerche. La polizia non è in grado di affrontare questa situazione e così segue il suo consiglio. I rapitori propongono un baratto: Sossi è un prigioniero politico e in cambio vogliono la liberazione dei loro compagni in prigione. La moglie di Mario, Grazia (Stefania Rocca), è disperata: continua a ricevere lettere di minacce da persone sadiche che le danno notizie false. Cosa farà la giustizia? Cederà a questo ricatto?
Foto by Facebook