Ed eccoli, i due vecchi leoni Sylvester Stallone e Robert De Niro. Ormai un po’ avanti negli anni, certo, ma ancora in grado di attirare la folle e catalizzare l’attenzione generale. Divi fino al midollo, stelle alla mano, eroi di un tempo cinematografico che non c’è più ma ha lasciato segni indelebili. Sly e Bob sono sbarcati a Roma ieri, 7 gennaio, per presentare Il Grande Match, film diretto da Peter Segal che arriverà nelle sale nostrane il 9 gennaio.
Il photocall si è tenuto presso l’Hotel Hassler a Roma; sul red carpet, poi, Stallone e De Niro non si sono di certo risparmiati e anzi hanno regalato ai presenti e agli obiettivi fotografici divertenti siparietti. Presenti all’evento diversi volti noti made in Italy, da Claudia Gerini e Federico Zampaglione a Carlo Verdone, da Adriana Volpe a Pamela Prati.
Nel film, Sylvester e Robert interpretano due vecchi pugili in pensione – Henry “Razor” Sharp e Billy “The Kid” McDonnen – che, a trent’anni dal loro ritiro ufficiale, tornano sul ring per un ultimo grande scontro e per stabilire una volta per tutte chi sia il più forte. Per mettere a tacere definitivamente certi vecchi rancori derivanti da vicende amorose, anche. Qualche chiletto di troppo sulla fascia addominale, un eccessivo uso di botulino (nel caso di Stallone), ma per il resto la loro forma fisica è invidiabile. E la vicenda, perciò, abbastanza credibile. “Sapevamo bene – ha spiegato De Niro durante la conferenza stampa – che tipo di operazione stavamo portando avanti, quale ne fosse il sottotesto e noi abbiamo sfruttato tutto questo per star bene fra di noi: io e Sly abbiamo molto in comune, e ci divertiamo molto. Oggi quando accetto una parte voglio divertirmi, mi piacciono i toni più scanzonati”.
IL GRANDE MATCH, TRAILER ITALIANO: GUARDA
Entrambi, com’è noto, hanno dei “precedenti” legati al pugilato: De Niro ha vestito i panni di Jake LaMotta in Toro Scatenato per la regia di Martin Scorsese, Stallone è stato il mitico Rocky Balboa. E Stallone, per ammissione del suo stesso collega, è quello che picchia più duro: “Sul ring mi ha insegnato molto, conosce bene le coreografie del pugilato“. “Non avrei mai avuto – fa eco Sly – la sua capacità e la sua resistenza per fare certi ruoli, Bob ha osato molto di più di me. Ora con l’età che avanza però cerco delle parti più drammatiche e che mi tocchino da punto di vista emotivo. Sono passati 30 anni e mi sento un attore migliore“.
Foto by Kikapress
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