Ha contribuito a fare la storia del cinema e sarà impossibile dimenticarlo. Bello e talentuoso, aveva un talento a tratti sfacciato: per esempio conosceva a memoria tutti i 154 sonetti di Shakespeare e sul palcoscenico operava magie. L’intera sua vita, però, è stata segnata dall’alcol. Più volte Peter O’Toole ha tentato di liberarsi da questo demone; ci riusciva per qualche periodo, ma poi veniva nuovamente risucchiato dal tunnel. E alla fine il suo corpo non ce l’ha fatta: l’attore irlandese è morto ieri – 15 dicembre – a Londra. E’ stato ricoverato sabato e si è spento nel giro di poche ore: aveva 81 anni ed era malato ormai da molto tempo. La notizia è stata diffusa dal suo agente Steve Kenis e poco dopo anche la figlia Kate ha divulgato una nota pubblica. I messaggi di cordoglio sono tanti, tantissimi, e continuano ad arrivare senza soluzione di continuità.
O’Toole ha cominciato la sua carriera in teatro, per poi avvicinarsi al cinema. Nel 1962 ha raggiunto la fama internazionale interpretando Lawrence d’Arabia nella pellicola diretta da David Lean; i suoi occhi, blu e profondi, conquistarono tutti. Ha avuto uno strano destino per quanto riguarda l’Oscar: ha ricevuto ben otto nomination (per Lawrence d’Arabia, appunto, e anche per Becket e il suo re, Il Leone d’Inverno, Goodbye Mr. Chips, La Classe Dirigente, L’Ospite d’Onore e Venus), senza tuttavia mai conquistare l’ambita statuina. Nel 2003, infine, l’Accademia gli ha consegnato un riconoscimento per la carriera (anche se lui non ha mostrato un particolare entusiasmo).
Premi a parte, Peter O’Toole è stato interprete di moltissime pellicole amate sia dal pubblico che dalla critica: doveroso citare Ciao Pussycat, Come rubare un milione di dollari e vivere felici, L’ultimo sipario, James Bond 007 – Casino Royale, L’ultimo imperatore e Troy. L’ultimo film in cui ha recitato, The whole world at our feet con Armand Assante, non è ancora uscito. Ha deciso di ritirarsi nel luglio del 2012 anche a causa dei numerosi problemi di salute causati principalmente dall’alcolismo (gli era stato persino asportato il pancreas): “Il mio cuore – sono state le sue parole – non batte più per lo spettacolo. E’ un addio senza pianto, ma ricco di gratitudine“.
Per quanto riguarda la sua vita privata, è stato legato da una profonda amicizia a Katherine Hepburn e Omar Sharif è stato sposato con Sian Phillips per poi divorziare nel 1979 dopo la nascita di due figli; ha poi avuto una lunga relazione con la modella Karen Brown che gli ha dato un altro figlio.
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