Cate Blanchett non ha bisogno di presentazioni: è senza dubbio fra le attrici più intense e talentuose dell’attuale panorama cinematografico internazionale e basti citare titoli come Elizabeth, Il Signore degli Anelli e The Aviator (che le è valso l’Oscar come Migliore attrice non protagonista nel 2005) per avere il polso di ciò che riesce a fare sul set. Eppure, molti sono concordi nell’affermare che il meglio di se stessa l’ha dato in Blue Jasmine, pellicola diretta da Woody Allen che sarà nelle sale italiane da giovedì 5 dicembre.
BLUE JASMINE, IL TRAILER ITALIANO UFFICIALE
Jasmine conduce una vita da privilegiata: suo marito è un ricco uomo d’affari, il suo universo pare avvolto dall’ovatta. Pare, appunto. Perché all’improvviso si sgretola inesorabilmente. Il consorte Hal, infatti, in realtà è soltanto un truffatore che ha polverizzato il conto in banca. Così lei si trova senza più denaro e certezze. Nel tentativo di reagire si trasferisce a San Francisco da sua sorella. Una sorella con cui ha avuto ben poco in comune e che conduce un’esistenza assai umile lavorando come cassiera. Riuscirà la protagonista – “imbottita di xanax e martini cocktail” – a cambiar pelle radicalmente e cominciare una nuova vita, ritrovando serenità?
Non è un film comodo, non è un film facile. Certo, lì per lì la trama può sembrare poco originale, anche perché torna la contrapposizione fra ricchezza e povertà che è vecchia come il mondo. Ma è il modo con cui essa si sviluppa, è il cammino percorso per dar forma alla storia che fa di Blue Jasmine una pellicola degna di nota e che di certo non delude i fan di Allen. La Blanchett riesce a rappresentare le contraddizioni del suo personaggio in modo a dir poco lodevole. Appare debole, fragile, viziata; poi ha sussulti di orgoglio e ribellione, voglia di riscatto. Poi ancora sembra sul punto di crollare. E quasi non si sa se amare questa donna, disprezzarla, compatirla. O, tutto sommato, parteggiare per lei.
Allen racconta di un personaggio che, sotto molti punti di vista, viene al mondo per una seconda volta. E se la prima ha avuto la strada in discesa, stavolta deve fare i conti con una salita disseminata di ostacoli. Ci sono sfumature nelle quali possono riconoscersi in molti, e come al solito Allen le porta sul grande schermo con una lucidità e un’analisi a tratti feroci. Senza, d’altra parte, rinunciare a quel filo d’ironia che da sempre caratterizza il suo cinema. Un film forte. Che non può lasciare indifferenti.
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