Last Vegas (distribuito da Universal Pictures) arriverà in tutte le sale cinematografiche italiane il 23 gennaio 2014 ma oggi, 22 novembre, è stato il film d’apertura del Torino Film Festival (leggi il programma) con la presentazione del regista Jon Turteltaub. Si tratta di una commedia dal cast d’eccezione: Michael Douglas, Robert De Niro, Morgan Freeman e Kevin Kline. “Eravamo quattro amici al bar…”, cantava Gino Paoli. Questi invece sono quattro migliori amici ormai arrivati alla soglia dei settant’anni e che vogliono fuggire dalle loro vite. Sono Billy (Douglas), Paddy (De Niro), Archie (Freeman) e Sam (Kline). Un adultero, un alcolista, un fasullo e un burbero. Si conoscono da sempre. Da giovani si facevano chiamare i Flatbush Four. Billy, dopo aver passato una vita da scapolo incallito, ha deciso di sposarsi (ovviamente con una ragazza molto più giovane di lui). Quale migliore occasione di fare un addio al celibato che passi alla storia? Ancora meglio se a Las Vegas. La loro amicizia però verrà a messa a dura prova visto che la Città del Peccato è molto diversa da quello che ricordavano.
Certo che con protagonisti come questi (e per la prima volta insieme sul grande schermo) sembra difficile fallire. Quattro nomi, una garanzia? Non è detto. La sceneggiatura di Dan Fogelman (penna già conosciuta per Bolt e Cars) si sviluppa bene anche se le storie singole dei personaggi vengono lasciate in secondo piano. Gli attori riescono a caratterizzarli al meglio, ma solo relativamente alla storia che viene raccontata. Sarà forse per questo motivo che le scene migliori sono quelle corali e non quelle che li vedono protagonisti in prima persona. Fanno ridere il pubblico anche se la loro comicità sembra troppo forzata. Alcune gag risultano addirittura volgari e i personaggi sembrano più credibili nei momenti di malinconia, quando pensano ai ricordi passati e alla morte che vedono vicina. Sono molto divertenti le scene iniziali con quattro bambini che interpretano i Flatbush Four da piccoli. Il film sarebbe dovuto continuare sulla stessa ironia, comunque resta una pellicola piacevole per passare novanta minuti in spensieratezza.
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