Ok, la storia di Romeo e Giulietta è intramontabile. Infinita e immortale. Raccontata chissà quante volte, in ogni modo e in ogni angolo del globo. Ma proprio per tali motivi, tirarla in ballo è sempre un rischio. Anzi, un azzardo in piena regola. Carlo Carlei ha deciso di compiere questo salto, probabilmente mosso dalla sete di romanticismo e da un certo gusto per la sfida. Romeo&Juliet, la pellicola da lui diretta che ha come protagonisti i giovanissimi Hailee Stenfield (Giulietta) e Douglas Booth (Romeo), è stata presentata ieri – 11 novembre – al Festival Internazionale del Film di Roma. E nonostante i pregi, non ha convinto.
Cosa non funziona? La sceneggiatura vanta la firma del premio Oscar Julian Fellowes (Downtown Abbey), ma il riconosciuto talento non può oscurare il fatto che si tratta di una vicenda ormai troppo nota. Dunque priva di sorprese e/o colpi di scena, per forza di cose. Nella pellicola – la prima della Swaroski Entertainment – sono stati investiti ben venti milioni di euro, tuttavia nemmeno questo è servito a colmare l’inevitabile mancanza di novità. Così come è risultato poco utile spostare la vicenda avanti nel tempo, collocandola dal Medioevo al pieno Rinascimento.
Per quanto riguarda i protagonisti, la sensazione generale è che la diciassettenne Stenfield non sia riuscita a trasmettere alla sua Giulietta la necessaria dose di carisma, tensione, passione. Drammaticità. Migliori i giudizi su Booth, che è un gran bel figliolo e bisogna dirlo, anche se siamo lontani dalla promozione senza riserve. Non solo questi due ragazzi non sembrano adatti per i ruoli in questione, per quanto fra loro non s’è accesa la fondamentale alchimia. Non “vibrano”, nemmeno nelle scene clou. Forse più benevoli si può essere nei confronti del resto del cast: di Ed Westwick, che interpreta il sempre rabbioso Tebaldo, di Paul Giamatti che veste i panni di frate Lorenzo, di Lesley Manville, che dà un tocco in più alla balia di Giulietta.
Nessuno nega il coraggio del regista; se il suo obiettivo principale era quello di avvicinare i più giovani alle figure di Romeo e Giulietta, però, non siamo affatto sicuri di poter dire che ce l’ha fatta e ce la farà. Anzi, vien da pensare che a questo punto avrebbe potuto metterci un altro po’ di audacia, magari prendendosi qualche licenza poetica in grado di spargere fascino sulla propria pellicola.
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