L’idea di fare un biopic sull’indimenticato Gianni Versaceè sicuramente meritevole, ma rischiosa. Tirare in ballo un mito del genere, scomparso tragicamente e prematuramente (ucciso davanti alla sua villa di Miami Beach nel 1997 da Andrew Cunanan), è come avventurarsi su un terreno minato. Le critiche sono dietro l’angolo. E se poi arrivano direttamente da casa Versace la cosa si complica ancora i più. Negli Stati Uniti il film tv House of Versace (basato sull’omonimo libro del 2010 della giornalista del Wall Street Journal Deborah Ball) è stato trasmesso il 5 ottobre su Lifetime e stroncato il giorno stesso da Donatella Versace: “Si tratta di un’opera di fiction. Non è stato autorizzato e non siamo stati coinvolti“, ha dichiarato al Women’s Wear Daily.
Le pellicola, diretta da Sara Sugarman, racconta l’ascesa professionale della Versace (interpretata da Gina Gershon) che si è ritrovata all’improvviso a capo dell’azienda del fratello, ma anche le sue fragilità come la dipendenza dalla droga (sconfitta dopo dieci mesi di riabilitazione) e i problemi familiari. Sicuramente Donatella non avrebbe voluto che queste cose venissero rese pubbliche. “Un motivo in più per guardarlo“, ha commentato la stampa americana.
La Gershon al talk show di Katie Couric ha ammesso che all’inizio ha avuto qualche titubanza ad accettare questo ruolo: “Non volevo assolutamente fare il film perché quando si pensa a Donatella Versace si fa riferimento ad un personaggio appariscente, quasi una caricatura“. Poi invece leggendo la sceneggiatura si è fatta conquistare dalla storia e quindi poi ha accettato con piacere. Alla Versace però questa interpretazione non deve essere piaciuta così tanto. Per quanto riguarda il resto del cast, Enrico Colantoni (attore canadese di origine italiana, lanciato da Veronica Mars) è Gianni Versace, Colm Feore è Santo, mentre Raquel Welch è la zia dei Versace, Lucia.
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