Probabilmente il 4 novembre inizieranno le riprese del film tv Ricomincio da me, basato sulla storia di Massimo Troisi. L’idea c’era già da tre anni e finalmente adesso la Taodue di Pietro Valsecchi ha preso in mano il progetto. A mettersi nei panni del grande attore napoletano sarà Fabio Troiano, mentre per gli altri interpreti stanno ancora facendo i casting. Proprio in questi giorni verranno scelte le attrici che interpreteranno Nathalie Caldonazzo (con cui il compianto artista ebbe una relazione fino alla sua morte) e Anna Pavignano (che non sarà Nicole Grimaudo come precedentemente annunciato). Per il ruolo di Lello Arena invece si parla di Nicola Nocella. La regia è affidata a Luca Miniero (leggi l’intervista di Velvet Cinema).
Il percorso di una vita interrotta troppo presto. Nel film si vedranno tutte le fasi importanti della sua esistenza: la giovinezza, il periodo de La Smorfia con Arena ed Enzo De Caro, il successo di Ricomincio da tre, la malattia e gli ultimi giorni durante le riprese de Il Postino. Troiano ha parlato di questo progetto attraverso le pagine de Il Mattino. Lui è torinese, ma i genitori sono di Gragnano (provincia di Napoli) quindi non c’è nessun problema con il dialetto napoletano. Resta comunque complicato calarsi in un’icona amata ancora dai giovani: “Difficilissimo. Ma realizzo un sogno. Con mia madre da piccolo dicevo sempre che mi sarebbe bastato fare uno solo dei film che girava lui, mi piaceva molto. Poi da grande mi sono reso conto che Troisi è inarrivabile“.
Si tratta proprio di una bella responsabilità, ma Fabio non sembra preoccupato visto che si è preparato attentamente: “Mi sono documentato guardando filmati noti e inediti, parlando con chi lo ha conosciuto. E poi il mio punto di riferimento resta il lavoro minuzioso degli sceneggiatori Mizio Curcio, Andrea Nobile e Gianluca Ansanelli“. Un po’ di ansia però c’è e questo è dovuto al carico di responsabilità nei confronti della famiglia Troisi e verso il pubblico: “Quest’estate sono stato per un periodo a Gragnano e a Napoli e ovunque ho sentito crescere l’attesa per il nostro film. La gente diceva: ‘Abbi cura del nostro Massimo’. Me lo affidavano, come uno di famiglia. E’ stato bellissimo”.
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